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Testamento biologico, sì in Comune Registro sul web per le scelte di fine vita

La Repubblica – Pagina IV – Torino

MARTEDÌ, 16 NOVEMBRE 2010

Chiamparino: un segnale importante lanciato al parlamento

L´assessore Ferraris non ci sta: solo provocazione politica, senza risvolti pratici

DIEGO LONGHIN

Sì al registro sul testamento biologico. La Sala Rossa ha approvato al delibera di iniziativa popolare avanzata, oltre 2 mila le firme raccolte, promossa dall´associazione radicale Adelaide Aglietta che plaude alla conclusione positiva dell´iter dopo un anno di discussione. Ora toccherà alla giunta dare attuazione al provvedimento, che ha causato non poche polemiche e distinguo all´interno della maggioranza. Sul portale del Comune verrà creato un sto on-line in cui ogni residente interessato ai trattamenti sanitari di fine vita indicherà il luogo e la persona (il notaio, un familiare o una persona di fiducia) che conserverà il testamento biologico.

Restano i dubbi dell´assessore all´anagrafe Giovanni Ferraris, per nulla convinto. «È un segnale utile per il dibattito nazionale, ma non si illudano i cittadini: le aspettative riposte a questa delibera di fatto non potranno venire attuate», sottolinea. E aggiunge: «In poche parole una provocazione politica, senza un risvolto pratico. Sono per la vita in tutte le sue forme e credo che oggi i cittadini torinesi considerino altre le vere priorità. All´atto pratico la delibera sarà inapplicabile e produrrà comunque solo una pia illusione alle aspettative dei malati che si attendono l´attuazione dei trattamenti di fine vita, vietati per legge, e quindi la delibera sarà priva di alcun risultato concreto».

Il sindaco Sergo Chiamparino è invece soddisfatto: «È un segnale importante lanciato al parlamento e al governo». E aggiunge: «Non è un problema di democrazia o di procedure formali. Nella contrapposizione tra laicismo e confessionalismo è stata mutilata la possibilità di accrescere il patrimonio dei diritti civili. La delibera è un invito a meditare. Ci impegneremo a farci carico del registro, anche se c´è un problema di risorse».

La Sala Rossa ha approvato la delibera con 21 sì, 4 no e 11 astenuti. Tutto il Pd a favore, così come Sel, Rifondazione e Nuova Sinistra per Torino. La Lega Nord è uscita dall´aula, mentre Api e Udc hanno votato contro. I consiglieri di Futuro e Libertà si sono astenuti, così come i Moderati, mentre il Pdl ha lasciato libertà di voto. Non è la prima volta che si discute di trattamenti di fine vita: un anno fa fu approvata una mozione, prima firmataria Monica Cerutti di Sel, sullo stesso argomento. Torino non è la prima città italiana a intervenire sulla questione: Pisa, Firenze, Vicenza, Genova e il X Municipo di Roma hanno già approvato l´istituzione del registro.

In attesa di una norma nazionale sull´argomento, il Comune si impegna quindi a tenere un registro con le dichiarazioni di volontà dei torinesi sui trattamenti. Le resistenze e la posizione dell´assessore Ferraris sulla questione rischiano però di rallentare ancora il passaggio dalla teoria alla pratica. Alla fine il registro si trasformerà in un sito dove si dichiarerà di aver consegnato a qualcuno le proprie volontà sui trattamenti in fase terminale.