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Gli anti-atomo tornano alla carica

Articolo di Raffaello Masci pubblicato su La stampa, il 14/03/11

La disputa sul nucleare è stata sempre accesa in Italia, ma oggi c’è l’incidente del Giappone a riattualizzarla, nonché un referendum alle porte (data probabile il 12 giugno). Da qui il confronto che ieri ha rischiato la rissa verbale, tra i due schieramenti. La tesi degli antinuclearisti è che l’atomo produrrebbe un’energia costosa e altamente insicura. «Quello che sta accadendo in Giappone è la conferma del fatto che il nucleare a prova di incidenti non esiste e che la sicurezza delle centrali atomiche è una favola» hanno detto le 50 associazioni che ieri si sono costituite in «Comitato vota sì per fermare il nucleare».

La maggioranza, tuttavia, sembra spaventarsi pochissimo di fronte a tutto questo. Fabrizio Cicchitto è stato lapidario: «Il governo non cambia opinione». La stessa ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha assicurato che le strutture giapponesi sono vecchie, mentre le nostre sarebbero di terza generazione e altamente affidabili. Dunque si va avanti, e i Verdi non facciano «polemiche macabre», speculando sui morti.

Il fronte antinucleare ha proprio nel leader dei Verdi Angelo Bonelli – il proprio vessillifero: «Macabre sono le bugie sulla sicurezza ha replicato quest’ultimo alla ministra – e chi come Prestigiacomo, Chicco Testa, Cicchitto e Veronesi non hanno perso occasione per magnificare la sicurezza delle centrali atomiche (che non esiste) dovrebbero chiedere scusa». I fatti insomma – è la tesi di Bonelli ma di molti antinuclearisti – hanno una loro forza intrinseca e dicono che gli incidenti nucleari possono essere frequenti e letali.

«Sul nucleare i rischi sono fortissimi. L’Italia si fermi» ha detto la responsabile ambiente del Pd, Stella Bianchi, sostenuta dal vicepresidente del partito Ivan Scalfarotto e da molti parlamentari democratici. Anche i radicali Zamparutti eViale sollecitano una riflessione sulla sicurezza aleatoria di queste strutture. Schierati sul medesimo fronte anche Di Pietro e gli altri esponenti dell’Idv, promotori del referendum : «Buttare via tanti soldi per fare 13 centrali nucleari e un’energia che si può avere con risorse alternative, è rischiosissimo per la salute e l’ambiente». Ma la maggioranza, in questa battaglia può incassare l’appoggio di Pierferdinando Casini: «Sono favorevole al nucleare – ha detto il leader Udc – ma il governo dopo tanto declamare, ora deve passare ai fatti».