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Torino, fantasmi radicali sotto il Consiglio Regionale: legalità e garante dei detenuti

Domani, giovedì 29 marzo, dalle ore 12:30 alle 14:00, sotto la sede del Consiglio Regionale del Piemonte (via Alfieri n. 15), i militanti radicali terranno un sit-in per richiedere la nomina del garante regionale delle carceri, istituito con legge regionale n. 29 del 2 dicembre 2009 ma mai nominato.

Saranno presenti Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani), Giulio Manfredi (Direzione RI), Igor Boni (Giunta RI) e Salvatore Grizzanti (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta).

Boni e Grizzanti – che avevano digiunato per 12 giorni lo scorso gennaio per richiedere, ottenendola, la calendarizzazione della nomina del garante nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale – indosseranno lenzuoli bianchi da fantasma: il fantasma della legalità e il fantasma del garante.

Boni e Grizzanti:

I soliti radicali, guitti buffoni e saltimbanchi? A volte occorre esserlo per cercare di comunicare ai cittadini quello che accade, o non accade, dentro il Palazzo. Accade che la legge regionale che ha istituito il garante regionale delle carceri non è mai stata attuata, a due anni e mezzo di distanza dalla sua entrata in vigore. Accade che il Piano socio-sanitario, in discussione in Consiglio, sottolinei il ruolo del garante delle carceri … che non c’è! Accade che parte dell’attuale centro-destra voglia addirittura eliminare la figura del garante attribuendone le funzioni all’Osservatorio regionale sull’usura (che c’azzecca col garante?). Di fronte alla situazione di illegalità in cui versano le carceri piemontesi e italiane, quale sarà la risposta del Consiglio Regionale? Quella dello struzzo o del gambero?
Un’ultima cosa: qualche passante verrà sicuramente a tirarci il lenzuolo ammonendoci “Ci sono ben altri problemi da risolvere!”. Gli rispondiamo in anticipo che è stato proprio il “benaltrismo” dei tanti come lui a portare gli italiani nella palude in cui sono immersi, fatta di menefreghismo, qualunquismo e rassegnazione; a tutto vantaggio, naturalmente, della partitocrazia.