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Neonato abbandonato, una sconfitta. La vera domanda è perché non abbia partorito in ospedale.

In un paese che garantisce l’anonimato alla madre e un futuro al neonato non riconosciuto, bisogna chiedersi perché una donna abbia deciso di partorire clandestinamente e abbia avuto paura di andare in ospedale? A maggior ragione trattandosi di un parto prematuro a 30-32 settimane, cioè sette mesi appena compiuti, a maggior rischio sia per la madre che per il neonato?

Questa la riflessione di Silvio Viale, ginecologo e presidente di Radicali Italiani, alla notizia che un neonato è stato “finalmente” lasciato nella “ruota degli esposti” dell’Ospedale Mangiagalli di Milano, “probabilmente una prima assoluta in Italia”.

Silvio Viale, in una nota, ha precisato:

A Milano, da quanto è attiva la ruota, decine di donne hanno potuto partorire in ospedale e avvalersi della legge che permette di non riconoscere il neonato. Perchè non è accaduto in questo caso? Forse perchè non conosceva la legge. Forse perchè doveva nascondere la gravidanza a tutti i costi. Forse perchè aveva paura della propria sorte in ospedale. In ogni caso, anche nell’ipotesi di un parto precipitoso, la scelta è stata quella di non andare in ospedale, nemmeno dopo il parto. Dal punto di vista della solidarietà e dell’assistenza è una sconfitta, perchè una donna che sa che esiste la “ruota degli esposti”, che partorisce un neonato prematuro e che lo accudisce alcuni giorni prima di lasciarlo, ha il diritto di poterlo fare con l’assistenza migliore nella solidarietò più totale. Bisogna che la legge garantisca ancora di più la certezza dell’anonimato della madre e la non menzione in alcun documento ufficiale. Putroppo oggi, in Italia, molte donne straniere rischiano persino di dovere pagare il ricovero per il parto. Bisogna garantire la gratuità dell’assistenza al parto, renderlo noto, e creare un clima rassicurante per le donne in gravidanza. Per queste ragioni ragioni non mi unisco al coro ipocrita di entusiasmo che riempirà domani i giornali, come riempie oggi i tg. Mario ha avuto molta fortuna, non per la ruota, ma per essere arrivato in ospedale in buone condizioni, nonostante un parto clandestino e un’assistenza fortunosa. Se fose morto durante il parto o nei giorni successivi, la ruota sarebbe stata inutilmente in attesa, come per fortuna è accaduto in questi anni per tutti gli altri casi di abbandono a Milano. Anche in questo caso, se Mario fosse stato abbandonato d aavanti un altare o in un carrello di un supermercato, non sarebbe cambiato nulla.