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Processo Giovine a novembre: brava Bresso a non mollare, ma non c’è nulla da festeggiare

Appreso che la Cassazione, su ricorso dei legali di Mercedes Bresso, ha fissato al 14 novembre l’udienza del processo che vede imputati Michele Giovine e il padre Carlo (dopo che tale udienza, già fissato per il 9 luglio 2013, era stata spostata al 14 febbraio 2014), Igor Boni e Giulio Manfredi (esponenti radicali) hanno dichiarato:

Innanziutto, vogliamo esprimere il nostro ringraziamento, ma anche quello di tutti i cittadini piemontesi che credono nei valori della legalità, a Mercedes Bresso, che non molla la sua lotta iniziata ben tre anni fa, per ottenere la giusta sanzione, sia in sede penale che in sede amministrativa, per le patenti violazioni della legge elettorale che avvennero nella primavera del 2010, in sede di presentazione della lista “Pensionati con Cota” di Michele Giovine, risultata determinante per la vittoria elettorale di Roberto Cota. E questo in un contesto politico in cui l’ex segretario regionale del PD, Gianfranco Morgando, nemmeno un mese fa, non ha trovato di meglio che nominare la Bresso non per sostenerla nella sua lotta per la legalità ma per dire che vi erano stati seri dubbi sulla sua ricandidatura a presidente del Piemonte. Cio’ detto, oggi non c’è nulla da festeggiare.

Sono passati oltre tre anni dalle elezioni regionali e c’è il fondato rischio che le falsificazioni accertate dalle due sentenze di primo e secondo grado (che i cittadini possono leggere qui: http://www. associazioneaglietta.it/cosa- facciamo/elezioni-e-legalita/)non portino a nuove elezioni regionali (magari abbinate a quelle europee della primavera 2014) e che Cota possa tranquillamente terminare i cinque anni di governo (si fa per dire) del Piemonte. Il “caso Piemonte” è l’ennesimo capitolo del “caso Italia”, dell’assenza della certezza del diritto, in tutti i campi: elettorale,penale,civile e amministrativo.

Torino, 28 maggio 2013