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Politiche sul lavoro, Boni (radicale PD): attuare contratto di ricollocazione di Ichino

Si è tenuto oggi pomeriggio, nella sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, un dibattito sulle politiche da incardinare nella Regione Piemonte su lavoro e imprese. Sono intervenuti: Roberto Placido (consigliere regionale PD); Giuseppe Garesio (vice presidente Assolavoro -Associazione nazionale Agenzie per il lavoro); Diego Castagno (segretario di LibertàEguale); Igor Boni (candidato radicale alle regionali nelle liste del PD).

Ha moderato il dibattito Marco del Ciello (Associazione Aglietta), esperto di politiche sul lavoro.

Igor Boni:

Di fronte al “disastro Piemonte”, con dati da record negativo su disoccupazione e cassa in deroga, occorre innovare anche e soprattutto in questo campo. La legge finanziaria consente di sperimentare a livello regionale il contratto di ricollocazione; chiedo a Sergio Chiamparino di inserire tra i principali provvedimenti sul lavoro, da adottare nei suoi primi cento giorni di governo, questa proposta del Prof. Pietro Ichino.

Si tratta di uno strumento di welfare per contrastare la disoccupazione, mettendo sullo stesso piano i lavoratori che hanno perso il lavoro. Dobbiamo fornire loro l’alternativa tra percepire il semplice sussidio o sottoscrivere su base volontaria un contratto di ricollocazione. Con questo contratto il lavoratore si impegna a collaborare attivamente al suo reinserimento. Il centro per l’impiego valuta il suo livello di “occupabilità”, cioè quanto può essere difficile per lui trovare un nuovo lavoro; poi consegna al lavoratore un buono che potrà spendere presso uno degli operatori privati accreditati dalla Regione. L’operatore privato affida il lavoratore a un tutor individuale, che lo segue attraverso un percorso intensivo di orientamento, riqualificazione e ricerca di un nuovo lavoro. Il lavoratore è obbligato a partecipare a queste attività e può rifiutare un nuovo lavoro solo se c’è una seria motivazione, altrimenti perde il diritto al sussidio. Per questa attività l’operatore privato viene pagato dalla Regione con una quota che copre i suoi costi fissi e con una quota variabile, che però riceve solo se il lavoratore trova un nuovo lavoro che abbia una durata di più di sei mesi. L’operatore privato viene ricompensato non per i servizi che offre, ma solo per i risultati che ottiene.

Torino, 20 maggio 2014