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Cannabis terapeutica, Manfredi audito da Commissione Sanità Consiglio regionale: Spero sia punto di partenza per arrivare a una legge regionale che garantisca realmente accesso a farmaci cannabinoidi

Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta) è stato audito oggi dalla IV Commissione Sanità del Consiglio Regionale come primo firmatario della petizione per promuovere progetti pilota di coltivazione della cannabis terapeutica (vedi link in calce).

 

Al termine dell’audizione (durata circa un’ora e durante la quale Manfredi ha risposto alle domande dei consiglieri Andrissi, Giaccone, Grimaldi e Marrone), l’esponente radicale ha dichiarato

L’audizione non è stata un momento rituale e scontato; ho notato da parte di vari consiglieri l’interesse ad approfondire l’argomento e spero che la nostra petizione sia lo spunto per la prossima presentazione di una proposta di legge ad hoc, che veda la confluenza di consiglieri delle più diverse estrazioni politiche, come è stato per tutte le 11 leggi regionali già approvate.

Ho ribadito ai consiglieri regionali quello che abbiamo scritto nella nostra petizione: è intollerabile che nel 2013 solamente 60 cittadini italiani abbiano potuto usufruire dei farmaci cannabinoidi, a causa del clima di sospetto o di semplice non conoscenza che ancora aleggia intorno alle prescrizioni di tali farmaci fra i medici di base, a causa della lungaggini burocratiche e degli alti costi dei farmaci, che devono essere importati dall’estero.

Il recente Accordo fra i ministeri della Salute e della Difesa per la produzione dei farmaci in questione da parte dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze ha rotto finalmente il ghiaccio ma ora occorre allargare il buco nel ghiaccio. Altre realtà in Italia hanno le competenza tecnico-scientifiche per attuare la coltivazione della cannabis per rifornire sia lo SCFM sia direttamente le farmacie per la predisposizione di preparati galenici. Noi radicali abbiamo fatto due nomi: l’Istituto Piante da Legno e Ambiente (IPLA) di Torino, controllato dalla Regione Piemonte, e l’Istituto Bonafous di Chieri, controllato dal Comune di Torino. E’ possibile mettere attorno a un tavolo Regione, Comune di Torino, i due istituti, “Farmacie Comunali Torino S.p.A.” per approfondire la questione.

Solo un appunto finale: durante l’audizione sono stato sollecitato, come segretario dell’Aglietta, a prendere contatto con Assocanapa, l’Ordine degli avvocati, l’Università. Non vorrei che si giocasse al rimpallo delle responsabilità. Noi radicali, con la nostra iniziativa, abbiamo posto il problema a Consiglio e Giunta regionale. Ora tocca a loro. Il fatto che la Regione Piemonte non abbia finora legiferato in materia può essere un punto di forza, perché è possibile verificare cosa le 11 regioni che hanno già legiferato hanno fatto e prendere il meglio. Noi radicali siamo disponibili a dare il nostro contributo ma non intendiamo sostituirci alle istituzioni; garantire l’accesso ai farmaci cannabinoidi deve diventare l’obiettivo dell’intera comunità piemontese.

Torino, 19/11/2014

 

PETIZIONE REGIONALE PER PROMUOVERE “PROGETTI PILOTA” DI COLTIVAZIONE CANNABIS TERAPEUTICA