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Radicali: Putin liberi Nadiya Savchenko!

PUTIN IN ITALIA. RADICALI: MATTARELLA E RENZI CHIEDANO IMMEDIATA LIBERAZIONE DI NADIYA SAVCHENKO

Torino, 9 giugno 2015 – Ricco programma di incontri per il presidente Vladimir Putin, in questi giorni in Italia; tra questi i colloqui con il primo ministro Matteo Renzi e, poi, con il presidente Sergio Mattarella. Tra gli argomenti in discussione non potranno mancare l’Ucraina e, di conseguenza, i rapporti con l’Unione Europea.

Dichiarazione di Silvja Manzi, Igor Boni e Marco del Ciello, Coordinatori Associazione radicale Adelaide Aglietta:
«L’Italia deve scegliere da che parte stare e deve scegliere di stare dalla parte della democrazia e dell’Europa. Per questo deve chiedere a Putin un atto immediato, concreto e fondamentale: It’s time to #FreeSavchenko!
C’è un Paese, oggi, in piena Europa che rischia di rimanere schiacciato tra l’aggressività russa e la debolezza europea; un Paese, l’Ucraina, che aspira a divenire pienamente europeo e rischia invece di rimanere vittima di una guerra che non ha scelto e voluto. Sappiamo che la Russia viene ritenuto un partner economico strategico – e se ne potrebbe discutere – ma l’Ucraina rappresenta, invece, un Paese dalle enormi potenzialità e opportunità, soprattutto per i nostri imprenditori, che soltanto una politica cieca e asservita alla diplomazia autoritaria russa non riesce a vedere.
C’è una donna, oggi, ostaggio in Russia; una pilota e parlamentare ucraina, Nadiya Savchenko, membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, detenuta illegalmente in violazione delle convenzioni internazionali e del rispetto dell’immunità diplomatica. Il prossimo 17 giugno sarà trascorso un anno dal suo rapimento in territorio ucraino e dal suo trasferimento forzato in Russia; un anno di carcerazione preventiva; un anno di maltrattamenti continuati (trattamenti psichiatrici coatti; radi, difficoltosi e controllati colloqui con i legali, da effettuarsi in russo!; luce della cella accesa h24; mancate cure mediche, che hanno provocato la perdita dell’udito a un orecchio; impossibilità di visite da parte di osservatori internazionali indipendenti).
Nadiya Savchenko ha intrapreso, in più riprese, un lunghissimo sciopero della fame contro la sua detenzione illegale e i maltrattamenti subiti per affermare il suo diritto a rientrare nel suo Paese, ha scelto un metodo di lotta nonviolenta che i democratici di tutto il mondo devono sostenere. Anche il nostro Primo Ministro e il nostro Presidente della Repubblica.
Per questo chiediamo che, come già altri paesi europei e gli Stati Uniti in testa, anche l’Italia chieda a Putin di compiere un gesto altamente simbolico di apertura e di liberare Nadiya Savchenko, insieme agli altri detenuti politici ucraini, come peraltro richiesto dagli Accordi di Minsk sottoscritti anche dalla Russia.»