No al ritorno al passato: legge istitutiva e sentenza TAR escludono nomine di politici, anche di quelli trombati (vedi Roberto Rosso).
Giulio Manfredi (Radicali Italiani):
Le due settimane di tempo che il Consiglio Regionale si è dato per vagliare le candidature per il rinnovo del Comitato Regionale per le Comunicazioni devono essere spese bene; per esempio, mettendo online sul sito del Corecom le candidature presentate e i rispettivi curricula, per permettere a tutti i cittadini, e non solo agli addetti ai lavori, di conoscerle e di capire se si tratta di persone “che diano garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale che dal sistema degli interessi di settore nel campo delle telecomunicazioni e che posseggano comprovata competenza ed esperienza nel suddetto settore nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici” (art. 3 della legge regionale istitutiva del Corecom, n. 1 del 2001).
E’ sufficiente leggere la legge – e magari anche la sentenza del TAR Piemonte n. 2069 del 2009 che dichiarò l’illegittimità dell’allora Presidente del Corecom,Massimo Negarville – per comprendere come la candidatura di Roberto Rosso (capolista di Forza Italia alle elezioni comunali di Torino di quattro mesi fa), avanzata dal centro-destra, è da rispedire al mittente.
Ho scritto all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale per richiedere formalmente la pubblicazione online di candidature e curricula; un’analoga richiesta radicale avanzata nel 2011 all’allora presidente Cattaneo (centro-destra) non fu accolta.
Per puro stoicismo ricordo che giace ormai da sei anni presso la Corte dei Conti regionale un esposto radicale (fascicolo numero V2010/01490/FLO) sul “caso Luca Procacci”, l’avvocato di Roberto Cota, a cui furono assegnati compensi per il suo lavoro legale dalla Regione Piemonte con delibere di giunta mentre, nello stesso tempo, riceveva le indennità come componente del Corecom.
Per approfondimenti:
https://www.associazioneaglietta.it/?s=corecom