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Carcere di Saluzzo. Grimaldi, Allemano, Boni: facciamo uscire il carcere dall’isolamento

Questa mattina i consiglieri regionali Marco Grimaldi (Sel-Si) e Paolo Allemano (Pd) e l’esponente di Radicali Italiani Igor Boni si sono recati in visita alla Casa di reclusione di Saluzzo (CN).

La struttura ospita 357 detenuti in due circuiti: uno di media e uno di alta sicirezza. Nel primo circuito ci sono 5 sezioni con una capienza di 50 posti letto l’una, ma effettivi 246 posti letto, poiché una è un po’ ridotta per poter ospitare un detenuto disabile.
Il circuito di alta sicurezza è diviso in un vecchio padiglione con due sezioni della capienza complessiva di 100 posti letto e 4 sezioni nel nuovo padiglione con capienza di 196 posti letto. Tuttavia qui sono aperte solo due delle 4 sezioni per carenza di personale, quindi rimarrebbero 96 posti liberi di due sezioni non attivate.
Nel carcere sono attivi un biennio di scuola superiore che dà accesso al diploma in liceo artistico e tre percorsi di formazione professionale destinati sia ai detenuti di media sicurezza, sia, di recente, a quelli di alta sicirezza. Vi sono un corso di cucina e panificazione, uno di falegnameria e uno di giardinaggio. Il prossimo anno verrà avviato un corso di informatica per i detenuti di alta sicurezza.
Esiste poi un laboratorio teatrale attivo da 17 anni destinato a entrambi i gruppi di detenuti, in totale circa 40.
Nella Casa sono presenti solo 4 educatori anziché gli 8 previsti, che aumenterebbero con l’apertura della parte nuova. Si riscontrano poi carenze sostanziali di impiegati amministrativi e agenti di polizia penitenziaria.
Il Direttore Leggieri ha spiegato che vi sono telecamere nel vecchio padiglione e, nel nuovo, anche l’automazione nell’apertura dei varchi, benché non nelle chiusura. Tuttavia la tecnologia non consente di fare a meno del personale, soprattutto nell’intenzione espressa di applicare il più possibile una gestione dinamica e una politica di apertura delle sezioni e delle celle anche per gli ergastolani.
Meno della metà dei detenuti fa uso di psicofarmaci, anche se sono in aumento detenuti con problemi psichici o psichiatrici e si riscontra una forte sacca di disagio fra i condannati a pene brevi, in gran parte stranieri. Nella struttura, oltre a un medico e agli infermieri, è presente un odontoiatra. Tuttavia vi è l’impossibilità per gli indigenti di avere protesi e impiantistica, non coperte dal servizio sanitario.
I colloqui con le famiglie si svolgono ogni giorno, ma i collegamenti di mezzi pubblici con la struttura sono scarsi e frammentati, il che è causa di molte difficoltà soprattutto per le famiglie dei detenuti meno abbienti o che arrivano da lontano: si pensi che chi atterra a Caselle è costretto a quattro passaggi. Inoltre servirebbero dei fondi per climatizzare gli ambienti.

“La carenza di organigo risulta ancor più problematica per detenuti in regimi di alta sicurezza, sottoposti a limiti e restrizioni e tuttavia in diritto di accedere a percorsi riabilitativi e spazi di autonomia” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi.

“Facciamo appello alle aziende del territorio e alle fondazioni per sostenere i progetti di inserimento lavorativo che il carcere ha già pronti e tuttavia restano inattuati” – aggiunge il consigliere PD Allemano.

“Inoltre” – conclude Boni dei Radicali – “facciamo appello alle istituzioni competenti affinché provvedano a migliorare il servizio di trasporto pubblico, la cui inadeguatezza è davvero inaccettabile. In alternativa, esistono già esperienze di noleggio auto con conducente che potrebbero essere attivate con gli Enti attraverso convenzioni, permettendo così alle famiglie di raggiungere la struttura”.