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Domani sentenza firme false, Radicali presenti

FIRME FALSE ELEZIONI REGIONALI/DOMANI LA SENTENZA DEL PROCESSO “GIOVINE”. MANFREDI E MELLANO (RADICALI): SAREMO PRESENTI

PER CONTINUARE INSIEME AD ALTRI UNA LOTTA PER LA LEGALITA’ CHE INIZIAMMO DA SOLI NEL 2005.

Domani, giovedì 30 giugno, al Tribunale di Torino (aula 52), alle ore 9:00, si terrà l’ultima udienza del processo a Michele Giovine (consigliere regionale) e al padre Carlo, accusati di aver falsificato le firme di accettazione di candidatura di buona parte dei candidati della Lista “Pensionati per Cota”, che con i suoi 27.000 voti è stata determinante per la vittoria di Roberto Cota contro Mercedes Bresso (lo scarto finale fra i due candidati è stato di circa 9.000 voti) alle elezioni regionali del Piemonte del 2010.

La lettura della sentenza è prevista dopo le ore 11:00.

Marco Pannella, in rappresentanza della Lista Bonino-Pannella (presente alle scorse elezioni regionali), si è costituito parte civile nel processo, come hanno fatto Mercedes Bresso, la Lista “Insieme per Bresso”, i Verdi e la Lista Pensionati e Invalidi, la cui leader, Luigina Staunovo Polacco, presentando un esposto in Procura, ha dato origine alla causa. Ha seguite tutte le udienze (e sarà presente anche domani) per conto della Lista Bonino-Pannella l’avvocato Alberto Ventrini (giunta di segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta).

Domani saranno presenti all’ultima udienza sia Giulio Manfredi (presidente Associazione Aglietta) sia Bruno Mellano (Direzione Radicali Italiani), che hanno dichiarato:

Il 13 settembre 2005 i radicali manifestarono sotto il Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere che almeno un candidato alle precedenti elezioni regionali presentasse ricorso al TAR per invalidare l’elezione di Michele Giovine, allora consigliere di “Consumatori per Ghigo”, sotto processo per aver raccolto circa l’80% di firme false di cittadini per la presentazione della sua lista; una leggina di Berlusconi del 2004 (poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta nel 2006) aveva depenalizzato il reato di firme false ma nulla impediva ai legittimi interessati di presentare, con successo scontato, il ricorso amministrativo. I radicali, non essendosi presentati alle elezioni regionali del 2005, non potevano far ricorso; nessuno lo fece. Al danno si aggiunse anche la beffa: nel marzo 2007, Michele Giovine fu mandato in Calabria a rappresentare il Consiglio regionale del Piemonte alla “Festa della legalità” dell’Associazione “Libera” di don Ciotti.

Nel febbraio 2010, prima della raccolta firme per le regionali, Emma Bonino fece un durissimo sciopero della sete per porre il problema della legalità delle procedure di raccolta firme. Nessuna reazione dalle altre forze politiche, tranne i grillini che parlarono dei soliti “piagnoni radicali”. Una settimana dopo erano raccolte le firme false di Giovine in Piemonte, della lista Formigoni in Lombardia (grazie alle quali Nicole Minetti siede in Consiglio Regionale) e ci fu la tristemente nota “non-presentazione” della lista del PDL a Roma.

Domani saremo in tribunale per continuare una lotta per la legalità che conduciamo in Piemonte rispetto a Giovine dal 2005, rispetto ad altri (“azioni popolari” nei confronti dei consiglieri Albano, Tomatis, Ghiglia, Picchioni, Cota, Buonanno) dal 2000.

Siamo felici di non essere più soli in questa lotta, che deve terminare con il ritorno a casa di Cota.

Torino, 29 giugno 2011

“Dossier radicale sul caso Giovine”