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Ultimatum di Cota ai commissari Asl “Non voglio manager paravento dei politici locali”

“La Stampa”, 2 gennaio 2011, cronaca di Torino

MAURIZIO TROPEANO
Tutti a rapporto dal presidente I nuovi direttori di Asl e Aso incontreranno Cota il 4 gennaio Il presidente ha affidato all’assessore Ferrero il compito di coordinare le attività di programmazione di ogni azienda

Il proverbio popolare racconta che l’«uomo avvisato è mezzo salvato». E il presidente della regione, Roberto Cota, quando martedì incontrerà i nuovi direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere del Piemonte spiegherà che «il loro compito è quello di attuare la riforma sanitaria e non quello di fare da paravento, per non usare altri termini, alle richieste e alle pressioni che arrivano dai vari politici a livello di territorio».
Cota punta ad un sistema sanitario dove la stella polare da seguire sono «i servizi e non i politici del territorio». E per essere ancora più chiaro il Governatore spiegherà anche che «non verranno date deleghe in bianco perché la Regione non può accettare che il sistema delle Aziende sanitarie e di quelle ospedaliere sia una Babele senza controllo». E per questo motivo che il presidente della Giunta ha affidato alla Ferrero e al direttore generale dell’assessorato, Paolo Monferino, il coordinamento delle attività delle singole aziende. Un coordinamento politico e tecnico che di fatto azzera i margini di autonomia per quanto riguarda le attività di programmazione dalla gestione del personale all’organizzazione, dall’offerta ospedaliera ai rapporti con i privati.
La riunione servirà anche al Governatore per spiegare ai commissari che il loro è un mandato a tempo e che se fra 12 mesi vorranno essere riconfermati dovranno dimostrare sul campo la loro capacità di lavorare con un budget definito – «senza chiedere fra sei mesi nuovi fondi» – iniziando anche a mettere in campo le prime misure di attuazione della riforma. Dunque non ci saranno «deleghe in bianco» ma i commissari avranno una missione precisa: «Fare la riforma e non gestire il potere». Ed evitare le spese inutili «come le centinaia di migliaia di euro spese per la comunicazione».
Il Governatore, e al suo fianco l’assessore alla Salute, Caterina Ferrero, vanno avanti incuranti delle polemiche politiche nate dopo la nomina dei commissari. E se le critiche del Pd – «La scelta di qualche manager può far dimenticare nomine giocate sull’appartenenza partitica», spiegava il capogruppo Aldo Reschigna – erano in qualche modo scontate, in piazza Castello sono rimasti sorpresi dalla violenza del fuoco amico sotto forma delle esternazioni del sottosegretario alla Difesa sulle scelte dei manager.
Guido Crosetto, si è lamentato proprio del mancato coinvolgimento del territorio e ha annunciato la volontà di controllare i curricula dei commissari beccandosi le critiche del radicale Giulio Manfredi, presidente dell’Associazione Adelaide Aglietta: « «Non si possono chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati. Da nove anni i radicali propongono criteri di nomina meritocratici e non partitocratici ma le proposte di legge giacciono in Parlamento e in Consiglio regionale».
Al presidente Cota non interessa entrare nella polemica politica ma utilizzerà la riunione di martedì per spiegare ai commissari che «il vecchio modo di gestire la sanità è finito» e «chi non lo vuole capire e dunque non agirà di conseguenza può tranquillamente farsi da parte».