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Testamento biologico, valdesi in campo Uno sportello aperto a tutti per offrire consigli sulla compilazione

“La Repubblica”, MERCOLEDÌ, 17 NOVEMBRE 2010 Pagina VII – Torino

Uno sportello aperto a tutti per ricevere informazioni e aiuto nella compilazione del proprio ‘testamento biologico´. Dopo la delibera con la quale, lunedì sera, il Consiglio comunale ha approvato (non senza polemiche anche nella stessa maggioranza) l´istituzione di un registro per i testamenti biologici dei torinese, un´iniziativa del mondo evangelico offre aiuto e chiarimenti sul tema. E contribuisce a compiere un passo avanti su un terreno sul quale, tuttavia, a decidere dovrebbe essere il Parlamento.

La novità arriva dalla Chiese valdesi italiane, e domenica verrà presentata al pubblico nel Tempio di corso Vittorio Emanuele II alle ore 15 con l´avvocato Luca Franceschi, il medico legale Massimo Aimone e Luca Savarino della commissione bioetica della chiesa, mentre a partire dal 28 novembre il servizio di consulenza funzionerà la domenica dalle 9,30 alle 12,30 (info su www. torinovaldese. org o allo 011/6692838). “Da tempo siamo impegnati sul fronte del rispetto della volontà degli individui, nei limiti imposti dalle leggi, e auspichiamo il dibattito parlamentare su questo tema – spiega il pastore Paolo Ribet – La delibera approvata lunedì dal Consiglio comunale è senz´altro positiva in questo senso, la nostra iniziativa – che si terrà in tutta Italia – è un altro passo, che avviene in un contesto diverso anche se con analoghe finalità”. Aggiunge Savarino, filosofo e ricercatore all´Università del Piemonte Orientale: La morte è sempre di più una questione medica e sempre di meno una questione naturale. Si muore quando è impossibile procedere alla rianimazione; si muore quando è necessario, o preferibile, sospendere i trattamenti terapeutici. La medicina ci dà la possibilità di prolungare l´esistenza di malati che non possono essere guariti e neppure, in senso proprio, curati”. Così, “dalla paura della morte apparente si è passati a quella della vita apparente, come dimostra il clamore intorno al caso di Eluana Englaro”. Per i valdesi, dunque, il testamento biologico è già, e dovrebbe diventare, “uno strumento laico”, forse superfluo per chi crede ma indispensabile a garantire a ogni individuo un´autentica libertà di scelta e una piena consapevolezza. “Vogliamo prendere sul serio il contesto di pluralismo culturale e religioso nel quale viviamo – spiega Ribet – e affermare l´idea che ciò che per i credenti si giustifica co, e una scelta di fede può non essere vero per altre persone. E´ per questa ragione che, come minoranza religiosa, abbiamo deciso di dare un contributo in questo campo, sperando così di fare cosa utile non tanto e non solo ai membri delle nostre chiese, ma a tutti i cittadini”.

(v.sch.)