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Caso Brescia. Altro che carte di credito, Paroli non dovrebbe essere nemmeno sindaco. Cercasi cittadini bresciani non rassegnati … e un’ opposizione di nome e di fatto

Giulio Manfredi

Alla notizia delle polemiche che hanno investito la Giunta Comunale di Brescia, accusata di uso disinvolto delle carte di credito del Comune, Mario Staderini (segretario di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato:

Non saremmo qui a discutere degli aperitivi, pranzi e cene generosamente offerti dal sindaco di Brescia, Adriano Paroli, e da nove suoi assessori (tutti meno uno), anzi, quei pranzi e quelle cene non ci sarebbero nemmeno stati, se uno o più cittadini di Brescia, se uno o più consiglieri comunali di opposizione avessero utilizzato gli strumenti che il diritto mette a loro disposizione, promuovendo un’ “azione popolare” (ricorso del cittadino elettore in Tribunale) per far decadere l’on. Paroli dalla carica di sindaco, per manifesta incompatibilità con la carica di parlamentare (ai sensi del combinato disposto dell’art. 7 D.P.R. n. 361/1957 – Testo Unico leggi elettorali e dell’art. 62 D.Lgs. 267/2000 – Testo Unico degli Enti Locali).

Grazie al lavoro dell’avvocato radicale Antonio Polito di Torino, Radicali Italiani ha predisposto il testo dell’azione popolare, che è stato inviato due settimane fa per email ai gruppi consiliari di opposizione di Brescia (ma anche di Afragola e Verbania, dove i rispettivi sindaci, Vincenzo Nespoli e Marco Zacchera, sono anch’essi parlamentari e quindi anch’essi incompatibili).

Ora si tratta di vedere se qualche cittadino bresciano e/o qualche consigliere di opposizione la smetteranno di mugugnare contro il sindaco e utilizzeranno gli strumenti del diritto per affermare il diritto e la legge contro l’arbitrio e l’indifferenza.