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Primarie, pronte le regole per chi è fuori dal Pd

La Stampa, cronaca di Torino

E Fassino riunisce i “saggi” per il programma

ANDREA ROSSI
Militanti ed elettori in coda per votare alle primarie

Reclamato a gran voce nei giorni scorsi, il regolamento per le primarie del centrosinistra è comparso ieri pomeriggio sotto forma di bozza presentata dal partito democratico alla riunione con i partiti della coalizione. Martedì prossimo gli alleati torneranno a riunirsi e – salvo cataclismi – chiuderanno la partita, consegnando a Torino quel decalogo che le altre città hanno varato da tempo.

Il documento provvisorio dovrebbe valere non sono per il capoluogo, ma per tutti i comuni della provincia con più di 15 mila abitanti in cui si voterà a maggio. Ogni partito della coalizione potrà presentare un proprio candidato. Il Pd fa storia a sé: i democratici, per scremare la lunga lista di aspiranti, hanno scelto di raccogliere le adesioni tra i loro iscritti. La bozza stabilisce un percorso anche per le candidature estranee ai partiti: dovranno incassare 5 mila firme a loro sostegno per potersi presentare, ma soprattutto sarà la coalizione a valutare se ammetterle o meno. Una postilla – quest’ultima – in cui non è difficile leggere un tentativo di sbarrare la strada a Roberto Tricarico, l’assessore che ha scelto di candidarsi senza raccogliere le adesioni tra i tesserati del Pd. Tricarico, che vorrebbe presentarsi con le firme dei cittadini – quindi come espressione della società civile – dovrebbe quindi passare al vaglio della coalizione. E a quel punto il Pd potrebbe proporre il veto.

I partiti si sono dati una settimana di tempo per mettere a punto eventuali modifiche. Un’ipotesi prevede di portare da 5 mila a 3 mila il monte firme per i candidati civici. Martedì prossimo, in ogni caso, si chiuderà la partita. «Era ora», si lascia scappare Igor Boni dei Radicali, i più assidui a invocare il varo del regolamento.

Chi invece non sorride è Giacomo Portas, leader dei Moderati, da sempre molto scettico sulle primarie di coalizione. «Non so se parteciperemo ai prossimi incontri. Si continua a parlare di primarie che per noi non sono di coalizione, visto che Moderati e Idv non sono interessati. Il candidato dev’essere del Pd. Un’altra scelta a noi non interessa». Il messaggio è chiaro: qualora alle primarie dovesse spuntarla un esponente della sinistra, i Moderati potrebbero mandare a monte l’alleanza. Stesso discorso per il programma. La discussione è aperta: mentre l’ipotesi di un cartello con Api e Udc sembra definitivamente tramontata, resta in piedi l’accordo con la Federazione della Sinistra, osteggiato dai partiti moderati e anche da un bel pezzo di Pd, a cominciare da popolari e Sinistra in rete. La segretaria provinciale Paola Bragantini frena: «Non c’è nulla di deciso. Finora tutti si sono detti disponibili ad allargare l’alleanza nei limiti della costruzione di un programma coerente. Certo, con la sinistra molti temi ci dividono. Valuteremo nei prossimi giorni».

Mentre la coalizione cerca di fissare le regole i candidati democratici vanno a caccia di firme. Ieri sera hanno incontrato i circoli 6 e 7. Le posizioni vanno sempre più delineandosi: Piero Fassino ha superato quota 400 firme, e ieri ha riunito i «saggi» chiamati a dare un contributo al programma: da Andrea Giorgis, presidente del gruppo di lavoro, a Enzo Lavolta, coordinatore; e poi l’ex sindaco Castellani, l’attuale vicesindaco Dealessandri, molti docenti universitari come il vicerettore dell’Università Salvatore Coluccia, Pietro Garibaldi, Francesco Tuccari, Mario Calderini, Gianluigi Vaccarino, Sergio Scamuzzi, l’ex direttore generale delle Molinette Galanzino. Il rettore del Politecnico Francesco Profumo, invitato, non si è presentato.
GLI ALTRI PARTITI Un candidato per ogni alleato, e 5 mila firme per gli «indipendenti»