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Torino, testamento biologico – Viale a Gariglio: chi tace acconsente?

Bene che il Comune abbia sbloccato il regolamento, ma un candidato a sindaco può stare in silenzio e non pronunciarsi? Cosa ne pensano Gariglio e Curto?

A chiederlo pubblicamente, a cominciare da oggi in occasione del confronto tra i candidati alle primarie alla Casa Valdese di Corso Vittorio, è Silvio Viale che più di tutti vuol porre sul tavolo il problema della laicità della futura amministrazione comunale.

Silvio Viale, che è presidente di Radicali Italiani, dirigente di Exit-Italia e dell’associazione Luca Coscioni, ha dichiarato:

Fassino ha preso posizione*, Passoni è venuto con me alla fiaccolata per Eluana, ma come spiegare il silenzio di Gariglio e Curto? Vogliono che il registro dei testamenti biologici diventi uno strumento effettivo peri cittadini o lo relegheranno ad una espressione simbolica? Un fastidioso dovere d’ufficio? Come proponenti la delibera siamo soddisfatti che il regolamento ricalchi i nostri suggerimenti e nei prossimi giorni consegneremo al Presidente del Consiglio Comunale una proposta tecnica. Vogliamo però che la questione sia discussa con chiarezza anche nel confronto sulle primarie. Come per le unioni civili non pretendo da Gariglio e Curto la stessa mia passione, ma almeno un impegno formale a non fare passi indietro.

Nathalie Pisano, segretario dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, candidata alle primarie di Novara ha aggiunto:

Il mio impegno è quello di proporre il registro per i testamenti biologici anche a Novara. L’esperienza di Torino può e deve diventare un modello per tutti i comuni piemontesi. Occorre evitare che i cittadini di Torino siano dei privilegiati rispetto ai cittadini degli altri comuni. Se Alba e Borgo San Dalmazzo hanno approvato un loro registro per i testamenti biologici, possono farlo davvero anche tutti gli altri comuni piemontesi, a cominciare da Novara.

* “Ognuno deve essere messo nelle condizioni di essere padrone della propria vita e del proprio destino e di decidere come comportarsi quando, in uno stadio terminale di malattia, le cure diventano un accanimento insopportabile. Le istituzioni -continua Fassino- devono dare alle persone le garanzie di rispetto delle loro volontà e per questo chi desidera liberamente lasciare testamento biologico deve essere messo nelle condizioni di esercitare effettivamente questa facoltà. Il Consiglio comunale di Torino ha già deliberato e positivamente su questo tema e sono ora necessari gli atti amministrativi che diano attuazione a quelle decisioni. Penso che sia giunto il momento di farlo e sono certo che la Giunta comunale saprà farlo nel miglior modo possibile, rispettando in ogni caso, su un tema così delicato, le sensibilità e i valori di ognuno.” Piero Fassino 08.02.11

Torino, 10 febbraio 2011.