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Nucleare/Radicali: caro Veronesi, il problema non è la paura ma la non economicità

NUCLEARE/RADICALI: CARO VERONESI, IL PROBLEMA NON E’ LA PAURA MA LA NON ECONOMICITA’ DELL’INVESTIMENTO NUCLEARE

Boni: “Se fosse vero quello che ci dice il Prof. Veronesi il mondo sarebbe pieno di centrali in costruzione; ma così evidentemente non è”

In risposta alle affermazioni di Umberto Veronesi sul nucleare interviene Igor Boni (Associazione radicale Adelaide Aglietta)

Se l’approccio fosse contrastare il nucleare per la paura di nuove Chernobyl starei dalla parte di Veronesi. Ma qui si tratta di rispondere ad una semplice domanda che è assolutamente centrale: il nucleare conviene? L’investimento necessario – per l’Italia si parla di 30/40 miliardi (!) di euro – considerando anche lo smantellamento delle strutture a fine vita, è compatibile con i benefici previsti? A questa domanda occorre rispondere mettendo anche sul piatto le carenze a livello mondiale di uranio (come Veronesi sa non tutto l’uranio è utilizzabile al fine di produrre energia nucleare) e, certo, la questione dello smaltimento delle scorie che è ad oggi semplicistico affermare che troveranno un sito europeo di stoccaggio. Detto questo, e senza alcuna preclusione ideologica, per quale motivo nel mondo (a parte qualche proclama) di centrali nucleari non se ne costruiscono a centinaia? Il motivo, lo ripeto, è economico. Costruire, mantenere in sicurezza, smantellare, trovare siti di stoccaggio, costa infinitamente di più oggi degli anni ’80 (proprio per i criteri di sicurezza inseriti nei progetti). Se ci sarà in futuro un nucleare di nuova generazione meno costoso e più efficiente, ben venga. Oggi con investimenti assai minori si potrebbe programmare una seria politica di efficienza e di risparmio, che rappresenta il vero perno su cui costruire un piano energetico nazionale.

3 marzo 2011