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Visita al carcere di Alba

CARCERE: VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE DI ALBA DI GIOVANNI NEGRO, GIANNI PIZZINI E BRUNO MELLANO. VISTE COSI’ TUTTE LE CARCERI CUNEESI.

Lunedì 22 agosto, nell’ambito del “Ferragosto in Carcere”, iniziativa promossa da Radicali Italiani su tutto il territorio nazionale, una delegazione ha visitato la struttura detentiva di Alba: Giovanni Negro, consigliere regionale capogruppo dell’UDC, Gianni Pizzini, dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, e Bruno Mellano, componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, sono stati alla Casa Circondariale di Alba. La delegazione è stata accolta ed accompagnata nella visita dal vice Ispettore Gennaro Landolfi e dal responsabile dell’equipe educativa e trattamentale Sergio Pasquali. Gli agenti penitenziari, che sulla carta dovrebbero essere 141, sono sulla carta 113 ed effettivi appena 100: entro l’anno si prevedono inoltre ulteriori pensionamenti ma qualche nuovo arrivo dai corsi della Scuola Penitenziaria di Cairo: nelle scorse settimane alcuni agenti del corso hanno effettuato gli stage formativi nell’Istituto. Gli orari di lavoro, contrattualmente stabiliti 6 ore su 6 giornate, sono regolarmente portati ad 8 ore giornaliere, per poter garantire i turni, i permessi e le ferie. Gli educatori sono quattro.

La popolazione detenuta risultava composta da 187 persone, di cui 81 italiani e 106 stranieri, in gran parte con condanne definitive (134). La capienza regolamentare è fissata in 127 posti letto, e si sono avute punte sino a circa 200, a seguito degli sfollamenti da altri istituti, soprattutto Torino e Milano San Vittore. La delegazione ha visitato i vari spazi dell’Istituto, cominciando con la piccola sezione speciale degli ex appartenenti alle forze dell’ordine, per poi passare nei piani dove su due livelli sono disposte le quattro sezioni ordinarie (A- B- C- D), soffermandosi in particolare nella sezione “C” dei “dimittendi”: una quarantina di detenuti con il fine pena inferiore ad un anno e quindi con concrete ed in molti casi imminenti prospettive di rientro nella società. Al primo piano si sono incontrati i detenuti appellanti e ricorrenti, soffermandosi a parlare con alcuni dei più attivi nella segnalazione dei problemi e delle criticità del sistema penitenziario italiano, per poi passare alla seconda piccola sezione speciale dedicata a persone transessuali od omosessuali dichiarati. Infine la visita ispettiva, in una giornata in cui il caldo estivo rendeva evidente la pena fisica della detenzione, si è conclusa con un giro agli spazi inframurari al giardino, all’orto ma soprattutto alla famosa vigna che produce le uve per la vinificazione del blend “Valelapena”, realizzato grazie al lavoro dei detenuti, degli operatori ed esperti della Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri e dell’Istituto Enologico Albese.

Bruno Mellano ha dichiarato:

Con la visita all’Istituto di Alba, anche quest’anno i radicali cuneesi hanno effettuato nella settimana di Ferragosto una visita ispettiva tutte le quattro carceri presenti in Provincia. Voglio ringraziare l’onorevole Teresio Delfino (UDC) ed i consiglieri regionali piemontesi Fabrizio Biolè (Movimento Cinque Stelle), Mino Taricco (PD) e Giovanni Negro (UDC) per aver permesso le visite. Il quadro che ne emerge è emblematico: il sovraffollamento annichilisce ogni tentativo di far vivere il carcere secondo Costituzione. Laddovè si era scelto di costruire dei circuiti penitenziari dedicati per fasce di detenuti la mancanza di personale e risorse rende dei piccoli ghetti quelli che dovevano essere aree dedicate ad interventi mirati. La costruzione di due nuovi padiglioni, a Cuneo ed a Saluzzo, lungi da risolvere la situazione finisce per accentuare i problemi a causa del mancata integrazione di nuovo personale, sia di agenti che di educatori, in un meccanismo in cui si registra una letterale fuga dagli Istituti periferici del nord a vantaggio del sud o delle aree di origine del personale assunto. Ad esempio la sezione Dimittendi di Alba chiede con forza percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, ma si scontra da una parte con una popolazione detenuta in larga parte extracomunitaria e le norme relative e dall’altra con il taglio dei fondi, anche se le statistiche sulla recidiva stanno a dimostrare in modo lampante la necessità ed urgenza, soprattutto per la sicurezza sociale, di interventi mirati.