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Regionali: sentenza Consulta degna di Ponzio Pilato

GIOVINE NON POTRA’ COMUNQUE CONTARE SULLA PRESCRIZIONE E DEVE SBORSARE 64.000 EURO. FIRME FALSE ESPOSTE SU VETRINA SEDE RADICALE. SENTENZA GIOVINE SU SITO RADICALE.

Giulio Manfredi (presidente Associazione Radicale Adelaide Aglietta):

La Corte Costituzionale ha oggi rifiutato di tutelare uno dei beni costituzionali più preziosi, il diritto elettorale di 3 milioni e mezzo di cittadini piemontesi. Tale diritto è stato leso gravemente dalla presenza nella competizione elettorale di una lista di candidati con 17 firme false su 19; una lista che è stata determinante per la vittoria di Roberto Cota.

Agostino Ghiglia, coordinatore regionale PDL, accusa la Bresso di aver danneggiato l’immagine del Piemonte; tale immagine è stata danneggiata da chi (il centrodestra) ha imbarcato Giovine, per la seconda volta, pur sapendo con chi aveva a che fare.

Giovine non festeggi troppo, questa sera; il suo processo penale si prescrive in sette anni e mezzo dalla data del reato (compiuto nel febbraio 2010); anche se siamo in Italia, la speranza per lui di farla franca, come per le firme false del 2005, è molto ridotta. E, intanto, sta versando 64.000 euro complessivi di risarcimento, dalla Bresso ai radicali.

Sulla vetrina della sede radicale di via Botero n. 11/f continuerà ad essere esposta la pagina de “La Stampa” del 10 luglio 2010, con il raffronto fra firme false e autentiche di alcuni candidati della lista di Giovine.

E sul sito associazioneaglietta.it (in “Elezioni regionali e legalità”) è disponibile la sentenza di primo grado del processo a Michele Giovine e suo padre.

 

La lotta radicale per la legalità continua, anche se in condizioni sempre più simili a quelle di partigiani in un territorio occupato completamente da quella partitocrazia (ormai senza più i partiti) di cui Giovine è l’espressione forse più evidente, sicuramente non la più dannosa.

 

Torino, 5 ottobre 2011