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Non solo The Family. Solo 2 parlamentari leghisti su 11 in Piemonte hanno pubblicato dichiarazione patrimoniale

Salvatore Grizzanti (segretario Associazione radicale Aglietta, candidato PD alle elezioni comunali di Asti) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) hanno spulciato l’elenco dei parlamentari che hanno acconsentito alla pubblicazione online della dichiarazione patrimoniale personale (beni mobili e immobili, redditi e spese elettorali). L’elenco è disponibile a questo link: http://politici.openpolis.it/dichiarazioni-patrimoniali-dei-politici-eletti

Nell’elenco compaiono solo due deputati leghisti (Buonanno e Togni) degli otto “eletti” (in realtà nominati) in Piemonte. Non compare nessuno dei tre senatori “eletti” in Piemonte.

Da una precedente rilevazione fatta lo scorso 20 marzo dal radicale Igor Boni, avevano fatto pubblicare la loro dichiarazione dei redditi 18 deputati sui 47 “eletti” nelle due circoscrizioni piemontesi: il 38% del totale, poco più di un onorevole su tre. I senatori erano sette su 22: il 32% del totale, meno di uno su tre tra gli eletti in Piemonte.

A livello nazionale, solo 9 deputati leghisti sui 59 del gruppo parlamentare compaiono nell’elenco di cui sopra (15% del totale). Al Senato, addirittura, Roberto Castelli è stato l’unico dei 25 senatori leghisti ad acconsentire alla pubblicazione (4% del totale).

Alla data di oggi hanno dato il consenso alla pubblicazione della dichiarazione patrimoniale 320 parlamentari su 945 (33.86%).

Grizzanti e Manfredi:

I radicali hanno sempre ripetuto in questi anni che la Lega Nord fa parte integrante della partitocrazia italiana; è oggi chiaro a tutti che, come rischiano sempre gli ultimi arrivati al banchetto, rischia di morire di indigestione.

Al di là delle vicende della famiglia allargata di Umberto Bossi, ci pare stigmatizzabile l’assenza di volontà della stragrande maggioranza dei parlamentari leghisti di acconsentire all’operazione di trasparenza promossa da openpolis, grazie all’iniziativa della deputata radicale Rita Bernardini.

E sarebbe ora che anche dall’interno della Lega Nord venisse qualche critica e proposta di superamento di un sistema di finanziamento pubblico dei partiti inventato dal predecessore di Francesco Belsito sulla poltrona di tesoriere della Lega Nord, quel Maurizio Balocchi che, per fare ancora una volta carta straccia dei referendum radicali, trasformò il “finanziamento pubblico” in “rimborso elettorale”. Risultato: i cittadini italiani hanno rimborsato alla Lega 22 milioni di euro a fronte di 8 milioni di euro dichiarati di spesa per le campagne elettorali.

N. B. Per approfondimenti sulla deriva politico-affaristica della Lega Nord rimandiamo al libro “Dossier Bossi – Lega Nord” (Kaos edizioni, 2011), a cura di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali Italiani.