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Caso Giovine, Lettera a Napolitano: intervenga per sanare l’illegalità

Oggi, presso la Corte d’Appello del Tribunale di Torino, si è svolta la prima udienza del processo di appello contro il consigliere regionale Michele Giovine e il padre Carlo. In primo grado (sentenza n. 5720 del 30/06/2011, giudice Alessandro Santangelo) i due imputati erano stati condannati rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e a 2 anni e 2 mesi di reclusione per falsificazione delle firme di 17 (su 19) candidati della lista “Pensionati per Cota”, presentatasi alle elezioni regionali del Piemonte del 2010.

La lista aveva ottenuto più di 27.000 voti e, perciò, era stata determinante per la vittoria di Roberto Cota, che aveva superato Mercedes Bresso per poco più di 9.000 voti.

Nella prima udienza sono intervenuti la pubblica accusa (procuratore generale Vittorio Corsi) e l’avvocato Alberto Ventrini, legale di Marco Pannella, costituitosi parte civile nel processo. L’udienza è stata poi aggiornata a sabato 19 maggio (Aula 50, ore 9), quando interverranno gli avvocati delle altre parti civili (Mercedes Bresso, Angelo Bonelli, Francesco Romanin, Luigina Staunovo) e gli avvocati della difesa.

In una conferenza stampa tenutasi nella sede radicale, gli esponenti radicali Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione Radicale Adelaide Aglietta) hanno illustrato il contenuto della lettera aperta che hanno inviato oggi al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

I radicali scrivono, fra l’altro: “… abbiamo assistito ad un continuo rimpallo di responsabilità e ad una evidente volontà di non decidere, che ha condotto ad un balletto tra TAR, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale, lasciando tutto appeso al processo penale in corso, ben sapendo che i tempi lunghi della giustizia italiana produrranno una sentenza definitiva quasi sicuramente dopo il termine della legislatura regionale. Caro Presidente, in qualità di supremo garante della Costituzione e dell’andamento dei processi democratici nel nostro Paese, in qualità di garante della legalità istituzionale, Le chiediamo un intervento affinché questa vicenda finalmente si risolva… Oggi non vogliamo in alcun modo essere corresponsabili di quella che riteniamo essere una patente violazione della legalità.”.

Infine, i radicali hanno reso noto che il Partito Pensionati (rappresentato da Michele Giovine) percepisce ogni anno come rimborso elettorale (grazie alla famigerata legge sul finanziamento pubblico ai partiti) la somma di 53.208,30 euro. Non è dato sapere quanto Michele Giovine percepisca come consigliere regionale, vista la scarsità di dati reperibile sul sito del Consiglio Regionale (a quando, presidente Cattaneo, l’Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati?); l’unico dato certo è che, come Presidente di Gruppo, Michele Giovine percepisce 3.668,28 euro netti al mese, a cui vanno aggiunti le altre indennità e i rimborsi spese. La maggioranza di centro-destra ha respinto recentemente la proposta delle opposizioni di mettere online i bilanci dei gruppi consiliari.

Tutta la documentazione sul “caso Giovine”