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Boni (Radicali): parole di apprezzamento di Vendola su Chavez sono vergognose

I giornali riportano virgolettate le seguenti parole di Nichi Vendola “Ho una profonda simpatia per quel laboratorio chiamato ‘rivoluzione bolivariana´, un’esperienza che ha fatto invecchiare la stella di Cuba, perché Chávez, questa è la profonda verità, riesce dove Fidel ha fallito” e ancora “in Venezuela non ci si misura con le biografie dei protagonisti politici ma con i problemi reali della gente” e infine «Al netto di errori, anche grossi, come l’amicizia con l’Iran e qualche altra tentazione luciferina, al netto di tutto questo Chávez resta l’artefice, il protagonista d’una sperimentazione concreta di lotta contro la povertà».

Dichiarazione di Igor Boni (Giunta di segreteria di Radicali Italiani)

Le parole di Vendola sono semplicemente vergognose, spero dettate dalla più completa ignoranza di cosa accade in quel Paese. Si esalta colui che si autodefinisce “l’inviato di Cristo”, l’uomo che alimenta con il potere del petrolio i legami con l’Iran di Ahmadinejad e la Siria di Assad, l’antisemita che usa il populismo più becero per mantenere il potere con continui golpe costituzionali in un Paese dove – sono i dati ufficiali – ci sono 18.000 vittime nel solo 2012 in seguito alla criminalità, con 54 omicidi al giorno e dove il 97% dei crimini di sangue restano impuniti. L’uomo che rifiuta dibattiti pubblici con gli avversari e che ha eliminato voci libere come radio, televisioni e giornali a lui avversi. Caro Nichi al netto di tutto questo? Direi che in questo caso il peso della tara è troppo grande per essere liquidato in modo così becero.
Quello che manca totalmente in Venezuela è la democrazia e la libera informazione, non poco direi. Lo diciamo da qui, dall’Italia dove in misura minore (per ora) viviamo giorno per giorno lo stesso degrado. Inviterei Vendola e tutte le forze politiche di destra, di centro e di sinistra a considerare come punto di partenza per giudicare la qualità di un Paese i diritti e le libertà degli individui e provare a lasciare da parte ideologie e miti. Gli errori delle diplomazie internazionali negli ultimi decenni – e gli orrori coperti – non hanno certo bisogno di essere alimentati con nuovi drammatici sbagli”.