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Matrimoni gay: il giorno dopo la bocciatura a Torino la Questura di Roma riconosce matrimonio contratto all’estero

Silvio Viale, residente di Radicali Italiani e consigliere comunale eletto nel PD, torna sulla bocciatura di ieri della proposta di chiedere al Parlamento di istituire i matrimoni gay:

Mi aspettavo che la proposta venisse bocciata. L’obiettivo era quello di far discutere la questione vera, il matrimonio per le coppie dello stesso sesso, e non sublimarla con il surrogato generico dell’appello a pari diritti. Quello che non mi aspettavo é che il Consiglio Comunale esorcizzasse anche il matrimonio simbolico, segno che per molti vi é ancora un tabù, mentre la società é più avanti. Sono infatti diversi i casi di cittadini italiani che hanno contratto matrimonio in un altro Paese. Di fronte alla chiusura del Consiglio Comunale, che non fa onore alle tradizioni liberali della Città, suona come una beffa che all’indomani la Questura di Roma abbia rilasciato la carta di soggiorno per motivi familiari a un israeliano, che da dieci anni vive nella capitale con un italiano che ha sposato lo scorso luglio a Oslo. E’ il sesto caso in Italia, dopo quelli di Reggio Emilia, Rimini e Milano.
Mi auguro che presto anche a Torino qualcuno, accompagnato dal coniuge dello stesso sesso, si rechi in Questura per richiedere il documento di soggiorno come familiare di un cittadino comunitario in base alle norme sulla libera circolazione in Europa, recepite in Italia con il decreto legislativo 30/2007, e ai pronunciamenti della Corte europea dei diritti dell’uomo sull’argomento. E’ triste dovere constatare che il Consiglio Comunale di Torino sia più arretrato della Questura.