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Torino: sabato 8 primo tavolo su 6 referendum. Continua anche la raccolta firma per l’eutanasia legale

Domani, sabato 8 giugno, dalle ore 16:00 alle ore 20:00, i militanti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta terranno un banchetto di raccolta firme in Piazza Castello angolo via Garibaldi (dove terminerà il corteo del “Family Pride”). Tutti i cittadini italiani potranno firmare questi sei referendum abrogativi:

Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e i rimborsi elettorali truffaldini: 2,3 miliardi di euro incassati dai partiti dal 1994; di essi solo 580 milioni sono spese elettorali documentate.

Immigrazione (2 referendum): Per abrogare il reato di clandestinità e per eliminare le norme che incidono sulla clandestinazzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti.

Droghe: Niente carcere per i fatti di lieve entità.

Divorzio breve: Per eliminare l’obbligo dei 3 anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio.

8xmille: Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta, restituendo così effettiva libertà di scelta ai cittadini.

Per approfondimenti sui sei referendum: http://www.cambiamonoi.it/

Al banchetto si potrà firmare anche la proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale (www.eutanasialegale.it); i venti tavoli fatti in due mesi a Torino da radicali, UAAR e Exit Italia hanno prodotto oltre 4.000 firme.

Domani in Piazza Castello autenticherà le firme dei cittadini Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale):

Nulla di nuovo sotto il sole. I sei referendum riassumono quarant’anni di lotte radicali contro la partitocrazia foraggiata dal finanziamento pubblico, contro il trucchetto sull’8 per mille che garantisce alla Conferenza Episcopale Italiana il triplo dei soldi a cui avrebbe diritto in base alle scelte espresse, contro la condizione di clandestinità dei lavoratori migranti, che favorisce solo il lavoro nero e il lavoro criminale, per una riduzione del danno prodotto dalla legge proibizionista sulle droghe e per eliminare le inutili lungaggini che rendono ancora oggi difficile e costoso il divorzio.

Rispetto al passato, i cittadini sono più determinati e meno pazienti; non intendono più delegare chi ha tradito le loro aspettative. E’ a tali cittadini che ci rivolgiamo perché, ancora una volta, ci diano la loro fiducia e la loro firma. Non li abbiamo mai illusi di una facile vittoria; offriamo loro ancora una volta una penna contro la rassegnazione e il qualunquismo, da sempre gli alleati migliori di partitocrati, corporazioni e clericali.”.

Torino, 7 giugno 2013