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Botte in Consiglio Regionale: tutta Italia ha visto, ma per Ufficio di Presidenza non è successo niente

Il giorno dopo la vergognosa esibizione in Consiglio Regionale il radicale Silvio Viale (Comitato nazionale di Radicali Italiani) consigliere comunale a Torino, denuncia l’incredibile coperchio che l’Ufficio di Presidenza ha posto sull’accaduto, invitando a rendere pubblica la moviola:

Proprio un bel quadretto di giornata.

1) Leggo sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte un fantasioso comunicato dell’Ufficio di Presidenza per il quale “durante la seduta si sono vissuti momenti di inusuale tensione tra alcuni consiglieri”, ma che “non vi è stato da parte di alcuno la volontà di compiere atti fisici di violenza”. Cioè che non è successo niente, nonostante tutta Italia abbia visto, e si può far finta di niente.

2) Vengo poi a sapere che sia l’intervento di Mercedes Bresso e che la bagarre non sono stati segnalati dai twitter che accompagnano, passo a passo, i lavori del consiglio regionale. Mi chiedo se hanno già cancellato anche le videoregistrazioni. Mi auguro che ci siano ancora e che siano diffuse pubblicamente per, eventualmente, smentire le sequenze fotografiche dei siti nazionali.

3) Intanto al TG3 un rinato Franco Maria Botta (capogruppo dei Fratelli d’Italia), quello che ha interrotto l’intervento di Mercedes Bresso e scatenato la bagarre, chiede scusa ai “topi”, cioè ai giornalisti, ma non alla “fogna”, mantenendo il riferimento alle redazioni dei giornali. Forse non si è rivisto alla moviola.

4) Infine, finalmente, è online l’impegno di Cota a dimettersi, come pronunciato l’11 gennaio 2013 di fronte ai Pubblici Ministeri Gian Carlo Caselli, Andrea Beoni ed Enrica Gavetta. In quel verbale Roberto Cota dichiara testualmente: “… Come Presidente della Regione non posso nascondervi nulla, tengo al vostro giudizio, né posso permanere in questa carica anche solo con l’ombra di un avviso di garanzia; soprattutto in un momento come questo quando la gente sta male, ha legittime aspettative dalla politica ed ha bisogno di punti di riferimento sicuri. Se un politico deve proporre la chiusura di ospedali non può, allo stesso tempo, vivere nel dubbio di apparire come uno che approfitta per sé della sua posizione politico-istituzionale …”.

Credo che rimanga solo da chiedersi quando si metterà sul serio fine a tutto questo per andare a eleggere un nuovo Consiglio Regionale.

Torino, 27 novembre 2013