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RU486, Viale: anche a Torino la RU486 nei consultori come a Firenze; un impegno per l’8 marzo

Con un eufemismo in Toscana hanno dato il via libera alla RU486 nei consultori. Una decisione pleonastica, visto che la 194 prevede da 35 anni che gli aborti si possano fare nei consultori, ma che ha il merito di rompere il ghiaccio sulle ambiguità e sui silenzi che da 35 anni alimentano le polemiche sterili sulla 194. E’ ora che anche a Torino la RU486 sia disponibile nei consultori, come a Firenze, predisponendo un progetto pilota.

Questa la dichiarazione di Silvio Viale, consigliere comunale, ma soprattutto responsabile del servizio di IVG dell’Ospedale Sant’Anna di Torino e promotore della sperimentazione che diede il via libera alla RU486 in Italia. Ad oggi presso l’Ospedale Sant’Anna sono state eseguite quasi 5.000 procedure con la RU486. Nel 2013 il 40% degli aborti del Piemonte sono stati praticati dall’Ospedale Sant’Anna, dei quali il 30% con la RU486. Una donna su cinque che si ricovera all’Ospedale Sant’Anna lo fa per una IVG e, complessivamente, il 27,8% delle donne che si ricoverano è in relazione a un aborto.

Silvio Viale ha proseguito:

Per le sue caratteristiche l’aborto medico è una pratica ambulatoriale, prevedendo solo la somministrazione di farmaci e l’esecuzione di ecografie, per cui può benissimo svolgersi in consultorio con la paziente che può essere rinviata a domicilio. Il ricovero, anche quello nella forma di Day Hospital è un trattamento ridondante. Del resto gli art. 8 e 12 della legge 194/78 configurano il ricovero solo “se necessario” e, sempre l’art. 8 prevede che le IVG possano essere effettuate “presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali”. Fa un po’ tristezza pensare come queste previsioni fossero legate addirittura all’aborto chirurgico e come la 194 sia stata bistrattata per tutti questi anni come la Cenerentola della sanità. Ora con la RU486, dopo 35 anni, si può dare applicazione a questa parte della 194 e recuperare i consultori nella effettuazione degli aborti, emancipando le donne dal ricovero in ospedale. In occasione dei riti dell’otto marzo mi aspetto un impegno preciso anche a Torino e in Piemont, la città e la regione che più di tutte hanno contribuito all’aggiornamento scientifico e all’introduzione di “tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”, come prescrive l’art.15 della 194.

Torino, 4 marzo 2014.