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Giunta: Saitta non rappresenta rottura significativa dopo triade Ferrero-Monferino-Cavallera

Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Innanzitutto rivolgiamo a Sergio Chiamparino e ai nuovi Assessori il nostro augurio di buon lavoro. Sui nomi scelti per la formazione della nuova Giunta è meglio astenersi per il momento da giudizi; giudicheremo alla prova dei fatti. E’ evidente in ogni caso in partenza il salto di qualità dopo la drammatica esperienza della Giunta Cota.

La nomina cruciale era quella alla Sanità, visto che lì va l’80% del bilancio regionale e che chi va lì si trova in eredità quattro anni contrassegnati da tre assessori alla Sanità di cui il primo (Caterina Ferrero) arrestata e sottoposto a procedimento penale; il secondo (Paolo Monferino) arrivato per fare la ‘rivoluzione in sanità’ (Cota dixit) e andato via con le pive nel sacco, senza nemmeno rendere nota la sua dichiarazione dei redditi e il terzo (Ugo Cavallera) di nobile scuola democristiana e quindi non certo in grado di produrre la svolta necessaria basata su riorganizzazione, risparmi, competenza e merito.

Invece è proprio dalla riforma sanitaria piemontese che passerà gran parte del successo o dell’insuccesso dell’intera Giunta. Antonio Saitta è in partenza un degno successore di Ugo Cavallera, nulla di meno e nulla di più. Saremo contenti di ricrederci ma non vediamo in lui, nella sua storia, alcun elemento di significativa rottura rispetto al passato. Non basta certo il requisito dell’onestà per fare bene l’Assessore alla Sanità in una situazione drammatica dei conti come quella che abbiamo davanti.

Torino, 10 giugno 2014