Vai al contenuto

Aborto/Piemonte/Scandalo, Viale: Tempi più lunghi per le IVG in Piemonte. La Regione pubblichi i dati di Ospedali e Consultori

“Dalla Relazione del Ministro sulla 194/78, relativi ai dati del 2012, si evidenzia che dal 2011 al 2012 in Piemonte i tempi delle IVG si sono allungati con solo il 25,4% delle donne che riesce a farlo entro 9 settimane  di amenorrea, a fronte di una media nazionale del  41,8%. Peggio del Veneto e del Lazio. Meglio solo di Bolzano. Addirittura un calo del 12,9% rispetto al 2011, con ovvi  disagi psicologici per le donne.”

 

A farlo notare è Silvio Viale, responsabile del Servizio per la 194/78 dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, che ha diffuso le seguenti tabelle.

 

ANNO 2012

< 9 sett.

9-11 sett

Totale <11 sett.

Piemonte

25,4 %

56,2 %

81,1 %

Italia

41,8 %

39,5 %

81,3 %

 

IVG < 9 settimane

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

Piemonte

9,5 %

8,1 %

31,1 %

35,0 %

36,3 %

38,3 %

25,4 %

Italia

36,8 %

36,8 %

39,1 %

39,6 %

40,4 %

41,8 %

41,8 %

 

Piemonte

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

< 9 sett.

9,5 %

8,1 %

31,1 %

35,0 %

36,3 %

38,3 %

25,4 %

< 11 sett

70,2 %

73,0 %

50,9 %

47,8 %

45,2 %

43,1 %

56,2 %

Totale <11

80,4 %

81,1 %

82,0 %

82,8 %

81,5 %

81,4 %

81,6 %

 

Piemonte

< 9 sett.

9-11 sett

Totale <11 sett.

2011

3.584

3.968

7.552

2012

2.226

4.934

7.160

-1.358

+966

-392

 

Ospedale Sant’Anna (percentuali IVG)

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

%  S.Anna

32,9 %

 32,0 %

32,7  %

35,8 %

40,2 %

37,3 %

38,9  %

41,5 %

S.Anna

3.631

3.348

3.323

3.400

3.890

3.545

3.445

3.490

Piemonte

11.030

10.444

10.174

9.485

9.670

9.267

8.848

8.415

 

Silvio Viale ha commentato:

Dovrebbe fare scandalo il fatto che in Piemonte si aspetti di più per abortire. Solo il 25,4% riesce a farlo entro le 9 settimane, mentre la media nazionale è del  41,8%, 16,4 punti in più. Addirittura un calo del 12,9% dal 2001 al 2012. Nel 2012 1358 donne in più, una su tre di quelle che nel 2011 c’erano riuscite, hanno dovuto andare oltre le 9 settimane per abortire . Questo è un segno del disinteresse che la sanità piemontese ha sempre avuto per le IVG, i cui dati sono uno dei segreti meglio custoditi in assessorato.

Benché l’argomento sia spesso oggetto di polemiche,  il numero di IVG e quello dei medici, obiettori e non obiettori, di ogni ospedale è sempre stato un segreto, come un qualcosa di cui vergognarsi e non discutere.

Nessun assessore ha mai sentito il bisogno di una relazione regionale sulle IVG che fotografasse la realtà per meglio organizzare un servizio completamente a carico della Regione per legge. Eppure basterebbe utilizzare le schede di segnalazione obbligatoria e i dati sul personale di ogni ospedale.

Ma perché questa netta riduzione dal 38,3% del 2011 al 25,4% del 2012? Quando, come nel resto d’Italia, la riduzione degli aborti dovrebbe aumentare, non diminuire, gli aborti più precoci?

Forse, considerato che i tempi di attesa piemontesi  tra certificazione e intervento, 64,6% entro 14 giorni, sono sopra la media nazionale del 61,5%, e che in Piemonte vi è un record di certificazioni nei consultori del 64,3%, mentre la media nazionale è del 42%, è ipotizzabile un ritardo sin dai  tempi di prenotazione in molti consultori. Citando di sfuggita la Campania, dove al record di 62,8% di IVG <9 settimane corrisponde solo il 28,1% di certificazioni nei consultori, e prendendo a modello l’Emilia Romagna, dove al 50,8% di IVG <9 settimane corrisponde il 64,5% di certificazioni nei consultori, tralasciando l’efficienza campana, si dovrebbe concludere che i consultori piemontesi siano più lenti di quelli emiliano-romagnoli .  Cosa certamente vera in molti casi, anche se è possibile che gli ospedali (il vero luogo dove si fanno le IVG) abbiano ridotto gli interventi e si sia tornati ai tempi in cui le IVG si prenotavano dopo le 9 settimane. Infatti, nel 2008, fresco di nomina di responsabile al Sant’Anna, mi  bastò portare le prenotazioni a 7 settimane per avere uno scatto regionale dall’8,1% del 2007 al 31,1% del 2008. 

Così, mentre l’Ospedale Sant’Anna ha mantenuto la stessa attività, passando dal 32,9% delle IVG del Piemonte nel 2006 al 41,5 del 2013, altri ospedali potrebbero avere ridotto o diradato l’attività oltre misura. Non si può nemmeno escludere che una influenza transitoria sia attribuibile all’introduzione della RU486 nel 2010, con ricovero ordinario in Piemonte, mentre in Emilia Romagna è con day hospital. 

La RU486, che ha portato molte IVG al di sotto delle 7 settimane,  potrebbe avere fatto indirettamente  slittare a oltre le 9 settimane una parte delle IVG chirurgiche. 

Per capirne di più bisognerebbe che  la Regione rendesse pubblici almeno i dati sulle IVG e sugli obiettori distribuiti per ospedale, oltre che il numero di interventi programmati per settimana, non potendoci certo accontentare del dato generale di 8848 aborti nel 2013 o di quello di 425 ginecologi (277 obiettori e 148 non obiettori) nel 2012. Diventa, così, pure difficile inquadrare il dato lusinghiero di 19,4% di aborti farmacologici sul totale delle IVG nel 2012, che riportato alle IVG < 9 settimane rappresenta il 75,2%, essendo perlopiù < 7 settimane.

Nel frattempo, in attesa dei dati della Regione,  con riferimento al Sant’Anna, posso dire:

–          che gli aborti medici nel 2013 sono stati il 29,4% delle IVG <90 giorni;

–          che la RU486 nel 2013 è stata utilizzata nel 34,4% delle IVG (<90 giorni e >90 giorni); 

–          che nel 2014 con 1.400 procedure effettuate con RU486 (IVG, ITG, Aborti Interni) abbiamo già superato i numeri del 2013;

–          che, grazie alla RU486, oggi si utilizza una sola sala operatoria, invece che le due utilizzate in precedenza;

–          che con la RU486 sono stati risparmiati 3.000.000 di euro in DRG, senza considerare il risparmio in personale coinvolto;

–          che i tempi di attesa per le IVG chirurgiche sono sempre stati inferiori a 10 giorni lavorativi, includendo anche i sette giorni di attesa previsti dalla 194/78;

–          che I medici che praticano le IVG siamo 23 su 87 e che avremmo bisogno di qualche rinforzo.

Mi rivolgo alla nuova Giunta, al nuovo Assessore e  al nuovo Consiglio Regionale perché finalmente tolgano   il segreto sulle IVG, rendano pubblici i dati sulla situazione piemontese e affrontino le IVG al pari di ogni altro settore della sanità.

Torino, 24 novembre 2014