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Rapporto Commissione comunale antimafia parla di mafia senza parlare di droga. Ma come si fa?

E’ stato reso pubblico il “Rapporto conclusivo” della “Commissione Consiliare Speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi” del Comune di Torino.

Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Nelle 12 pagine del Rapporto non è citata nemmeno una volta la parola “droga”. Come si fa a tracciare un quadro credibile dell’infiltrazione della criminalità mafiosa a Torino e nell’hinterland senza occuparsi del mercato nero delle sostanze stupefacenti, che fornisce ogni giorno, ogni ora, alle narcomafie quel denaro liquido che esse investono in altre attività, legali ed illegali? Non occorre essere antiproibizionisti, convinti che la legalizzazione delle droghe proibite costituirebbe la più efficacia misura antimafia possibile. Basterebbe non avere paraocchi.

Diciamolo: la Commissione Speciale partì con il piede sbagliato nel 2012; il suo presidente di allora, Roberto Tricarico, enucleò i temi da trattare, censurando completamente l’impatto del narcotraffico (e noi radicali denunciammo l’assenza già allora). Poi Tricarico se ne andò in cerca di miglior fortuna a Roma e chi è rimasto nella Commissione, a partire dal nuovo Presidente, Fosca Nomis, non ha avuto l’intelligenza o la volontà di allargare il ventaglio dei temi, inserendo il più importante. Sarebbe stato interessante per tutti i cittadini torinesi se la Commissione avesse fornito un quadro dello spaccio di sostanze in città, quartiere per quartiere, con una stima qualitativa e quantitativa delle sostanze vendute, degli “addetti al commercio” e dei relativi incassi. Peccato. Ci dovremo accontentare degli articoli di giornale e dei servizi sui TG, che ogni giorno ci raccontano di sequestri “decisivi” di sostanze e di arresti “risolutivi” di spacciatori; l’indomani si ricomincia.

Torino, 3 febbraio 2015