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Rimborsopoli Piemonte/Radicali: sentenza mette punto fermo su quanto successo dal 2012.

…… fra cui anche: 2 milioni e mezzo di euro tornati nelle casse regionali; riforma radicale dei finanziamenti dei gruppi consiliari; istituzione anagrafe pubblica eletti e nominati.

 

Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Non essendo mai stati giustizialisti – nemmeno con Michele Giovine, il che è tutto dire – siamo contenti per l’assoluzione di Roberto Cota. Non vorremmo, però, che la vicenda dell’ex governatore leghista rubasse tutti i riflettori e non permettesse di valutare tutto il resto.

Premesso che si tratta solamente della sentenza di primo grado, ci troviamo di fronte a dieci consiglieri regionali riconosciuti colpevoli, a cui si devono aggiungere i 14 consiglieri che hanno optato per il patteggiamento e i 4 consiglieri già condannati con rito abbreviato. Praticamente metà dei componenti del passato Consiglio Regionale è stato riconosciuta colpevole, a vario titolo.

Inoltre, l’inchiesta piemontese – che è figlia di quella laziale (caso Fiorito), iniziata nell’estate 2012 grazie alle denunce circostanziate degli allora consiglieri radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo – ha avuto tre effetti positivi, indiretti ma sicuramente ad essa riconducibili: il ritorno nelle casse della Regione di 2 milioni e mezzo di euro, restituiti a vario titolo dai consiglieri regionali indagati; una radicale riforma dei fondi attribuiti ai gruppi consiliari, basata essenzialmente sulla fornitura di servizi all’attività politica; l’approvazione della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 17 (Istituzione anagrafe pubblica eletti e nominati), fortemente voluta da noi radicali, che giaceva nei cassetti da oltre due anni.

Ora si tratta di andare avanti sulla strada della legalità e della trasparenza. Per esempio, con la pubblicazione online di tutti i curricula dei candidati alle prossime nomine di competenza del Consiglio Regionale (a partire dal Corecom).

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