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CON PUTIN, ORBAN, I SEPARATISTI UCRAINI E L’ULTRA-DESTRA EUROPEA. LE “ALLEANZE INTERNAZIONALI” DI CIRIO SONO UN PERICOLO PER IL PIEMONTE

Il sistema delle “alleanze internazionali” del candidato del centro-destra Alberto Cirio e della sua coalizione unisce Putin, Orban, i separatisti del Donbass e vari pezzi dell’estrema destra europea. Un sistema che rischia di isolare il Piemonte, legandolo a paesi pericolosi politicamente e marginali economicamente. Oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Torino il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, capolista alle europee nel Nord Ovest e i candidati in regione Silvio Viale e alle europee Igor Boni hanno passato in rassegna le “relazioni pericolose” del candidato governatore.

Nel listino di Cirio c’è Maurizio Marrone, che ha perfino aperto a Torino una “ambasciata” del Donbass (territorio ucraino occupato dalle milizie filorusse) ed è stato pizzicato a Lugansk mentre cenava amabilmente con un latitante italiano, Andrea Palmeri, ospite dei separatisti ucraini (fonte: Nemo, Rai2, 8 giugno 2018). C’è anche l’estrema destra nazionale e locale tra le amicizie della Forza Italia piemontese. Grazie a un consigliere regionale uscente di FI, Francesco Graglia, che si “iscrisse” nel 2017 all’Alleanza europea dei movimenti nazionali (AEMN) – che unisce varie sigle dell’ultra-destra, a partire dagli ungheresi di Jobbik – questa riuscì a costituirsi in partito europeo, riconosciuto e finanziato dalle istituzioni Ue. Grazie a questo riconoscimento, Casapound (come membro dell’AEMN) si è potuta presentare nel 2019 alle elezioni europee, senza raccogliere le 150.000 firme richieste.

Vi sono poi le amicizie dirette di Cirio, che da parlamentare europeo si è distinto per due iniziative di politica internazionale. La prima nel 2017 di denuncia delle sanzioni contro la Russia (insieme, anche in questo caso, a una pattuglia di parlamentari piemontesi di Forza Italia – Bertot e Malan ) e la seconda sperticatamente pro Orban (con tanto di foto comune su Facebook) di opposizione al Rapporto Sargentini con cui il Parlamento europeo ha denunciato la violazione dei diritti fondamentali dell’Unione in Ungheria.

Nella conferenza stampa, gli esponenti di +Europa hanno sottolineato come le “alleanze internazionali” di Cirio – anche volendone tacere le implicazioni politiche – non diano peraltro nessun vantaggio all’economia piemontese. L’export piemontese in Russia, ad esempio, è di circa 600 milioni l’anno, poco più dell’1% rispetto ai 48 miliardi dell’export complessivo, che va per quasi il 60% nei Paesi Ue, a partire da Francia e Germania, che sono invece i grandi “nemici” del centro-destra italiano.

Benedetto Della Vedova ha chiamato in causa anche la doppiezza dell’attuale presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani: “Troppo facile fare l’europeista a Bruxelles e il sovranista in Italia e tacere su quanto si va profilando in Piemonte, con un candidato che è, peraltro, un eurodeputato uscente di FI. Penso che quanti negli anni hanno affidato a Forza Italia il proprio voto per preservare l’ancoraggio euro-occidentale del Paese non possano tollerare la sua deriva versi i campioni della cosiddetta ‘democrazia illiberale’.” E Silvio Viale ha concluso: “Proprio la vicinanza a Orban e Putin dimostra che, se vincesse, Cirio sarebbe il fantoccio di Salvini. Bisogna salvare il Piemonte da Salvini.”