“Chiediamo al presidente del Consiglio dei ministri Conte di prendere una posizione netta rispetto alle gravi intimidazioni fatte dall’Ambasciatore della Federazione russa in Italia e dal rappresentante del ministero della Difesa russo alla stampa italiana, in particolare al giornalista Jacopo Iacoboni e al quotidiano per il quale lavora, La Stampa. Tali minacce sono inaccettabili, tanto più che giungono dagli esponenti del Governo di un Paese dove negli ultimi 20 anni circa 300 giornalisti sono stati assassinati o sono scomparsi” dichiarano Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Italiani.
“I cittadini italiani sono grati per gli aiuti fondamentali che sta ricevendo dal resto del mondo, ma questa gratitudine non impedisce di chiedere chiarezza e trasparenza rispetto alle modalità in cui questo avviene. È legittimo domandarsi chi siano i militari giunti in Italia nell’ambito dell’operazione ‘Dalla Russia con amore’, liberi di circolare sul territorio nazionale ed è giusto che i giornalisti provino a investigare per rispondere a tali quesiti. Il Governo non può accettare in alcun modo le vergognose minacce che il giornalismo italiano ha subito, un attacco esplicito al diritto all’informazione e alla libertà di stampa”.
Di seguito il testo della lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e, per conoscenza, al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio e al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini:
Egregio Signor Presidente, Egregi Signori Ministri,
in queste settimane di emergenza causata dalla pandemia del Coronavirus, che sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario, sociale, economico e democratico e che sta colpendo, come noi, ogni Paese, vicino e lontano, abbiamo potuto assistere a esempi di grande generosità, con aiuti fondamentali giunti da moltissimi Paesi, anche inaspettati e per questo ancora più graditi.
Tra questi, lo scorso 22 marzo sono arrivati, all’aeroporto militare di Pratica di Mare, quelli della Federazione Russa.
Organi di stampa, e non solo, hanno segnalato alcuni elementi critici di questa operazione gestita dal Ministero della Difesa russo e denominata ‘Dalla Russia con Amore’.
È stata segnalata come poco ortodossa la scelta del nostro Ministro degli Esteri di accogliere personalmente la delegazione militare russa ma, in particolare, desta preoccupazione il fatto che sia sbarcato nel nostro Paese un importante contingente militare – ancorché uso alle operazioni di disinfezione chimica e batteriologica – di oltre un centinaio di uomini, alcuni dei quali impegnati, anche in un recente passato, in operazioni di guerra e di intelligence.
Anche la scelta di utilizzare attrezzature atte alla sanificazione delle aree risulta controversa dal momento che il nostro Istituto Superiore di Sanità, con un parere del 18 marzo, ha stabilito che «sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti», mentre una delle nostre Agenzia Regionali per la Protezione Ambientale spiega che «non vi è evidenza che spruzzare ipoclorito di sodio all’aperto, massivamente, sui manti stradali, possa avere efficacia per il contrasto alla diffusione del CODIV-19 dal momento che le pavimentazioni esterne non consentono interazione con le vie di trasmissione umana»; un uso, quindi, che viene addirittura sconsigliato perché «l’ipoclorito di sodio, componente principale della candeggina, è sostanza inquinante che potrà nel tempo contaminare le acque di falda, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione».
Ciò che ci si sarebbe aspettati, anche – ma diremmo soprattutto – in un momento critico come quello che stiamo vivendo, sarebbe stata una comunicazione puntuale da parte del nostro Governo circa un’operazione che coinvolge sul nostro territorio un dispiegamento di forze militari di un Paese che pur non nemico non è parte della nostra alleanza strategica all’interno della NATO.
Ciò che, invece, non ci si sarebbe nemmeno immaginati è stata la dura presa di posizione dell’Ambasciatore della Federazione russa in Italia prima, e del rappresentante del Ministero della Difesa poi, che non si sono limitati a criticare gli articoli di stampa – e sarebbe stato già particolare – ma hanno espresso considerazioni gravemente minacciose nei confronti del giornalista Jacopo Iacoboni e del quotidiano La Stampa. Una minaccia tanto più sinistra in quanto arriva dagli esponenti del Governo di un Paese dove negli ultimi 20 anni circa 300 giornalisti sono stati assassinati o sono scomparsi, tra cui, ci teniamo a ricordarlo, Antonio Russo di Radio Radicale.
La nota congiunta dei ministri Di Maio e Guerini, che chiede di rispettare la libertà di stampa, è stata doverosa, ma insufficiente. Ci permettiamo dunque non di auspicare ma di sollecitare, Egregio Signor Presidente del Consiglio, una sua netta presa di posizione rispetto a un clamoroso e inaccettabile caso di intimidazione.
Con i nostri migliori saluti,
Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini, Igor Boni
Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Italiani