Vai al contenuto

RADICALI: RICEVUTI IN PREFETTURA PER FERMARE L’ESECUZIONE CAPITALE DI DJALALI IN IRAN. URGE CONVOCARE L’AMBASCIATORE IRANIANO E NOMINARE IL COMITATO DIRITTI UMANI DELLA REGIONE PIEMONTE.

A seguito del Flash-mob organizzato dai Radicali Italiani e dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino per fermare l’esecuzione del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, una delegazione composta da radicali, Amnesty International e Giampiero Leo, è stata ricevuta presso la Prefettura di Torino, dal Capo di Gabinetto, Alessandra Lazzari.
Igor Boni, presidente nazionale di radicali Italiani, e Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, dichiarano: “Siamo grati al Prefetto e alla Dottoressa Lazzari per questo incontro. Djalali si trova in carcere da 4 anni, con una ridicola accusa di “spionaggio”, confermata da lui stesso dopo essere stato ripetutamente sottoposto a tortura e trattamenti disumani per estorcergli confessioni false e forzate. Adesso attende di essere ucciso da quel regime, l’Iran, che utilizza la pena di morte come arma contro prigionieri politici, manifestanti e oppositori. L’esecuzione potrebbe avvenire tra qualche ora, nel silenzio totale, assordante e inaccettabile del nostro Governo. Ahmadreza Djalali lavorava qui, lavorava in Piemonte, a Novara, in Italia. Proprio per questo il nostro Governo, il nostro Ministro degli Affari Esteri, dev9no mobilitarsi immediatamente. Se morirà, le inutili dichiarazioni postume di indignazione e orrore non avranno alcun valore. Il Governo Italiano deve immediatamente attivarsi affinché questa condanna a morte non venga eseguita. Chiediamo che l’ambasciatore Iraniano venga convocato e che le pressioni sull’ambasciata iraniana in Italia si facciano pesanti dal punto di vista istituzionale e diplomatico.
Chiediamo inoltre che il consiglio Regionale provveda alle nomine dei membri del nuovo Comitato per i Diritti Umani della Regione Piemonte. Il bando è stato organizzato tardivamente, adesso sono mesi che attendiamo che questo importantissimo organo si ricostituisca per iniziare a lavorare sui diritti umani, civili e politici e su repressioni che la pandemia di Coronavirus non ha fatto altro che aumentare”.