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RICORSI ELETTORALI/RADICALI: IL RICONTEGGIO FU DISPOSTO A GARANZIA DI COTA, COME DISSE IL PRESIDENTE DEL TAR.

RESTA PER INTERO IL MACIGNO DI ILLEGALITA’ DEL “CASO GIOVINE”.

Dichiarazione degli esponenti radicali Giulio Manfredi e Igor Boni:

Comprendiamo come il duo Cota/Procacci cerchi di far passare l’ordinanza del Consiglio di Stato come un colpo di spugna su tutta la vicenda dei ricorsi elettorali e non solamente sulla questione del riconteggio delle schede elettorali. I Media sembrano crederci, ma non è così. In realtà l’ordinanza ha sospeso unicamente il riconteggio, che era stato disposto dalla sentenza del TAR a garanzia di Roberto Cota. Non lo diciamo noi, lo disse il presidente del TAR Bianchi il giorno dopo la sentenza: «Questa sentenza è un abbraccio a Cota, le liste erano irregolari, ci sarebbero stati gli estremi addirittura per inviare le carte in procura, ma abbiamo voluto predisporre il riconteggio per valutare fino in fondo quale sia stata la volontà dell’elettore» (“La Stampa”, 30 luglio 2010).

Nelle 70 pagine della sentenza del TAR c’è anche scritto: “…L’esame del merito sin qui svolto conduce, quindi, all’acclarata illegittimità dell’ammissione delle due Liste …, con conseguente annullamento, in via diretta ed immediata, dei relativi provvedimenti di ammissione, emessi dagli otto Uffici Centrali Circoscrizionali … Ciò stante, restano da acclarare quali ulteriori, eventuali, concreti effetti demolitori possano discendere dal parziale decisum fin qui assunto, avuto riguardo, in particolare, alla proclamazione degli eletti alla carica presidenziale …”.

Quindi, messo da parte il riconteggio, rimangono sul tappeto tutte le considerazioni svolte dai giudici del TAR rispetto alla nullità delle liste “Consumatori con Cota” e “Al Centro con Scanderebech”. E rimane sul tappeto il macigno di illegalità del “Caso Giovine”, rispetto al quale Cota non potrà fare le sceneggiate che ha fatto finora. Cota sapeva chi era Giovine e, nonostante questo, se l’è preso in squadra. Anche i Radicali sapevano chi era; tutte le nostre denunce le abbiamo racchiuse nel “Dossier Giovine”, che è disponibile a questo link: old.associazioneaglietta.it/comunicatistampa0710.html#doxgiovine
Esprimiamo il nostro sostegno a Mercedes Bresso che, nonostante le pressioni e l’indubbia battuta d’arresto, ha deciso di andare fino in fondo in una lotta che ha il solo obiettivo di riportare la legalità in un processo elettorale che, in Piemonte e in Italia, ha avuto ben poco di democratico.

Torino, 21 ottobre 2010