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Ordine del giorno Cie, Viale: perché ora Nosiglia non ci dice bravi?

Dichiarazione di Silvio Viale, il consigliere comunale che ha insistito perché comparisse in modo chiaro la parola “chiusura” nell’OdG approvato dal Consiglio Comunale lunedì scorso.
Silvio Viale ha dichiarato:

Da Nosiglia, così pronto a sgridarci sulla cannabis terapeutica, di certo perché mal consigliato, mi sarei atteso un bel “bravi”, dopo la coraggiosa posizione con cui Torino è la prima grande città a chiedere la chiusura dei CIE. Probabilmente l’avrà fatto e saranno stati i media cittadini a censurarlo, ma un messaggio chiaro alla comunità non sarebbe inopportuno. Del resto io non esito a dire, senza timidezze, quando concordo o meno con la posizione della Curia. Per il momento, mi accontento di quanto da lui dichiarato due settimane fa’ in occasione della presentazione del ventitreesimo “rapporto Immigrazione” di Caritas e fondazione Migrantes. In quell’occasione l’arcivescovo di Torino prese posizione sul dibattito cittadino sul centro d’identificazione ed espulsione di corso Brunelleschi dicendo che «I CIE non funzionano, sono strutture che danno più spese che vantaggi», aggiungendo che occorre «far percepire l’immigrazione per quel che è, non un problema, ma una risorsa per la città». La ricetta di Nosiglia sembra essere chiara: «cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia», «cancellazione del reato di clandestinità », «una soluzione diversa che superi le lungaggini burocratiche attuali. Non si può far restare a lungo queste persone in un limbo che svilisce la dignità umana». La mozione di chiusura, che segue quella sulla cittadinanza, sollecita proprio soluzioni diverse nel rispetto della dignità umana.

Torino, 19 febbraio 2014.