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Regionali 2014: Igor Boni, un radicale nel Pd. Sintesi conferenza stampa

Alla conferenza stampa, tenutasi nella sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, hanno partecipato: Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani, segretario Ass. Aglietta); Gigi Brossa (Libertà Eguale); Silvio Viale (Presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, consigliere comunale); Igor Boni (presidente Ass. Aglietta, candidato radicale nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 25 maggio 2013, circoscrizione Torino e provincia).

Manfredi ha, innanziutto, informato di aver presentato in mattinata una diffida (redatta dall’avvocato Antonio Maria Polito) all’Assessore regionale alla Trasparenza (che la girerà per competenza al responsabile per la trasparenza della Giunta Regionale, la Dr. ssa Giuliana Bottero) per ottenere la pubblicazione online del testo completo della D.G.R. 2 agosto 2013, n. 83-6283, di cui compare sul Bollettino Ufficiale solamente il titolo: http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2013/39/attach/dgr_06285_710_02082013.pdf

La trasparenza deve essere presente in ogni ambito dell’amministrazione regionale; soprattutto rispetto ad un intervento (la nuova sede unica della Regione Piemonte in costruzione) che muterà radicalmente il territorio di un’ampia zona di Torino e che è oggetto di indagini sia da parte della Procura sia da parte della DIA.

Passando a trattare della candidatura di Igor Boni nel PD, Manfredi ha dichiarato:

Conosco Igor da 28 anni; non deve dimostrare nulla, parlano per lui quasi trent’anni di militanza radicale, sempre al servizio delle varie iniziative, pagando tutto e non avendo alcun riconoscimento se non la stima di chi ha la fortuna di conoscerlo. Un radicale come Igor Boni puo’ cambiare un poco il Palazzo e non esserne cambiato. Rivolgo un appello a tutti i radicali perché Igor, per farcela, ha bisogno del sostegno di tutti. Preciso che il sostegno alla candidatura Boni coinvolge solamente l’Associazione Aglietta e non le altre associazioni o organizzazioni radicali

Brossa:

Credo che Boni potrà dare nuova linfa alle parole “libertà” e “liberale”. Oggigiorno più tutti si dicono “liberali” più è profondo l’arretramento del pensiero e della pratica liberali

Viale:

Nel 2011, quando mi candidai nel PD alle elezioni comunali di Torino, pochissimi credevano nella mia elezione. Quel ricordo sia di augurio e di sprone per la campagna elettorale di Igor Boni. Serve un PD più laico, meno ideologico. Con Boni consigliere regionale, la Regione Piemonte deve diventare la Regione dei diritti e delle libertà.

Boni:

Senza la mia candidatura la nostra lotta per la legalità di questi quattro anni, al fianco di Mercedes Bresso, rischiava di rimanere monca, senza continuità. Noi potevamo rimanere fuori dal campo di gioco, ad additare i falli dei vari giocatori. Abbiamo deciso, invece, di giocare; abbiamo appoggiato Matteo Renzi dall’inizio, il Renzi perdente contro Bersani. E’ indubbio che nei palazzi romani Renzi ha portato la rivoluzione; è indubbio che tale rivoluzione non si è ancora verificata nei palazzi torinesi, nel PD torinese.

Ma, innanzitutto, noi dobbiamo aiutare Sergio Chiamparino a vincere e a vincere bene, per avere la maggioranza necessaria per governare; e a vincere contro un centro-destra inqualificabile, che ha fatto perdere al Piemonte quattro anni di opportunità. Solo un esempio: il modo inadeguato in cui si è finora affrontata la partita “Expo 2015”: miliardi di euro e milioni di persone si riverseranno su Milano e dintorni e noi piemontesi rischiamo di intercettare pochissimo di quella ricchezza.

Abbiamo iniziato un rapporto proficuo con Davide Gariglio sulle iniziative sulla trasparenza.

Abbiamo avuto un incontro con Sergio Chiamparino in cui gli abbiamo riversato le nostre proposte e Sergio ne ha subito rilanciata una veramente rivoluzionaria: esternalizzare le procedure di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali. A Sergio abbiamo anche richiesto un posto nel listino; lo diciamo senza alcun pudore, consapevoli come siamo che un radicale nel listino sarebbe solamente il giusto riconoscimento a decenni di lotte per la legalità e la trasparenza. In questi trent’anni ho giocato sempre da mediano; proverò nel prossimo mese a giocare da centravanti, per cercare di portare nel Palazzo la voce di chi non ha voce.

Torino, 8 aprile 2014