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Radicali: offesa la laicità delle Istituzioni con il mantenimento del crocifisso in Sala Rossa

Crocifisso in Comune. La città è di tutti, la laicità un po’ meno.
Respinta la delibera di Silvio Viale che voleva togliere il crocifisso dalla Sala Rossa
Nella seduta odierna è stata respinta con 3 voti a favore e 25 contro la delibera a prima firma Silvio Viale che aveva come obiettivo di togliere il crocifisso dall’aula del Consiglio comunale di Torino, la storica Sala Rossa. Molti consiglieri non hanno partecipato alla votazione.
Dichiarazione di Silvja Manzi, Laura Botti e Graziella Miraudo dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta che hanno assistito alla seduta:
“Con il voto di oggi sulla delibera Viale che chiedeva la rimozione del crocifisso dalla Sala Rossa del Consiglio Comunale, il Comune di Torino ha scelto un arroccamento su posizioni clericali e conservatrici. Un’offesa alla laicità.
Definire il crocifisso – e così giustificarne la sua presenza nell’Aula consiliare – un simbolo culturale e della tradizione italica, ancor prima che religioso, è innanzitutto una offesa proprio per i fedeli cattolici. Questo voto dimostra che se la città vuole essere di tutti, l’esposizione di un simbolo religioso dimostra nei fatti che non lo è.
Non v’è dubbio che per molti cittadini il crocifisso rappresenti un simbolo del loro percorso religioso, spirituale, filosofico, che rimane un fatto privato, personale e individuale. Non v’è altrettanto dubbio che molti altri cittadini non si riconoscono in quel simbolo, che non gli appartiene. La sua esposizione nel luogo pubblico per eccellenza in una Città, l’Aula consiliare, è un’offesa alla laicità dell’istituzione che il Consiglio comunale deve rappresentare.
Il dibattito è stato per molti versi imbarazzante per la povertà di argomentazioni proposte a favore del mantenimento di un simbolo religioso in un’aula consigliare. Il risultato delle votazioni è antistorico e anche poco lungimirante: alla paura di un’offensiva integralista islamica rispondere con un altro integralismo è una scelta perdente in partenza. La laicità è la sola risposta, l’avevano compreso Cavour e Siccardi più di un secolo e mezzo fa ma ciò non è chiaro a gran parte dei consiglieri nostrani. La laicità difende tutti, credenti e non credenti, allo stesso modo. Vale per l’oggi e vale per un domani in cui avremo una città sempre più multietnica e multiculturale.
Peccato che il consiglio comunale abbia perso un’occasione importante per fare un passo avanti nel senso della modernità e dell’apertura verso gli stessi cittadini di Torino”.
Torino, 25 gennaio 2016
In allegato le foto delle attiviste radicali con i crocifissi con su scritto “e la laicità?”