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CASO PROCACCI/CORECOM – RADICALI CHIEDONO A PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE DI ATTIVARE PROCEDURA DI REVOCA. PRESENTATO ESPOSTO ALLA SEZIONE REGIONALE DELLA CORTE DEI CONTI.

Questo pomeriggio Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) ha recapitato personalmente in Consiglio Regionale una lettera per il presidente del Consiglio Regionale, Valerio Cattaneo, avente ad oggetto “segnalazione posizione di incompatibilità in cui versa il componente del CO.RE.COM sig. Avv. Luca Procacci ai fini dell’apertura della procedura di cui all’art. 5, comma 3, L. R. n. 1/2001”.
Nella lettera i firmatari (oltre a Manfredi, altri due esponenti radicali, gli avvocati Alberto Ventrini e Antonio Polito) rilevano la violazione della legge regionale citata, istitutiva del CO.RE.COM (Comitato Regionale sulle Comunicazioni): all’art. 3, comma 1, è scritto che i componenti devono dare “garanzie di assoluta indipendenza … dal sistema politico istituzionale”; Procacci è stato nominato con Decreto del Consiglio Regionale del 26 giugno 2008, n, 128, “in rappresentanza delle minoranze consiliari”. Il decreto si pone in patente contrasto con la legge.
A rafforzamento, i radicali segnalano che l’attività svolta da Procacci in questi mesi, in qualità di portavoce politico-giuridico del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, si attaglia perfettamente alla fattispecie prevista dall’art. 4, comma 1, lettera a) della L. R. 1/2001, che stabilisce l’incompatibilità della carica di componente del CO.RE.COM con chi svolge “incarichi di rappresentanza in partiti e movimenti politici”.
I radicali chiedono al Presidente Cattaneo di attivarsi per sancire la decadenza di Procacci da membro del CO.RE.COM.
Non basta; i radicali hanno anche presentato un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti per accertare l’esistenza di un danno patrimoniale erariale prodotto alla Regione Piemonte dall’affidamento degli incarichi professionali all’Avv. Procacci (sono elencate nell’esposto ben sei delibere della Giunta Regionale in meno di cinque mesi, per un importo totale di oltre 65.000 euro a favore degli avvocati Procacci e Clarizia), mentre nello stesso lasso di tempo Procacci percepiva anche l’indennità di funzione prevista dalla legge istitutiva, come componente del CO.RE.COM (in cui l’Avv. Procacci ha la delega sulla par condicio, come risulta non dal sito web del CO.RE.COM, palesemente inadeguato per quantità e qualità delle informazioni offerte, ma dal sito web dello stesso Procacci). Inoltre, i radicali chiedono: le funzioni di difensore della Giunta Regionale non potevano essere svolte dall’Avvocatura dello Stato?
Manfredi ha dichiarato:

Il “caso Procacci” testimonia l’occupazione partitocratica di tutti i posti possibili da parte della Lega Nord, che in Piemonte è la nuova Democrazia Cristiana, con in più un dato di arroganza sconosciuto alla vecchia “balena bianca”. Si è accorto di questo, con grave ritardo, anche il PDL. Mi auguro che se ne accorgano anche tutti i cittadini piemontesi, soprattutto quelli che hanno votato la Lega sperando portasse una ventata di cambiamento; l’unico cambiamento avvenuto rispetto ai tempi della DC è che gli ordini alla partitocrazia leghista non arrivano più da Roma ma dalla Lombardia.
Torino, 14 ottobre 2010