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Aborto, non basta rallegrarsi per la decisione della Consulta

Non basta rallegrasi per una decisione scontata contro una semplice provocazione, ma bisogna affrontare i nodi della 194 senza caccia alle streghe contro gli obiettori e con un assunzione di responsabilità della politica. La sentenza conferma un orientamento noto. RU486, IVG anche nei consultori e aborti solo negli ospedali principali con il 50% di non obiettori sono la frontiera della 194.

Questo il commento di Silvio Viale, il medico torinese dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, che si è battuto a lungo per l’introduzione della Ru486 e che ora si batte per la sua diffusione. Silvio Viale ricorda che sono 3380 le donne che hanno potuto beneficiare della RU486 presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, dove nel 2011 su 3600 aborti la RU486 è stata utilizzata nel 27,2%.

Silvio Viale, che è presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale nel gruppo del PD a Torino, ha aggiunto:

Nessuno può seriamente ritenere che il problema sia nei 250 non obiettori in meno rispetto al 1998 (vedi tabella allegata), tenendo presente che i dati ufficiali non rispecchiano fedelmente la realtà. La percentuale di medici obiettori in Italia non è superiore a quelle di Olanda e Inghilterra; anche in numero di medici impegnati a fare aborti, sebbene non sia superiore a mille, non è di per se insufficiente. Il punto è l’indisponibilità del mondo politico ad occuparsi di aborti e il disinteresse verso il diritto ad avere le migliori condizioni. La 194 prevede che gli interventi siano da considerare urgenti, subito o allo scadere dei sette giorni, ma questo non viene rispettato. la donna ha il diritto di potere scegliere il tipo di aborto, medico o chirurgico, ma non accade. Nessuna amministrazione pubblica ha mai voluto seriamente affrontare il tema delle IVG. L’esperienza del SantAnna di Torino, pur tra mille difficoltà, dimostra che è possibile offrire un servizio una percentuale a due cifre per la Ru486 e tempi di attesa per l’aborto chirurgico non superiori a 10 giorni lavorativi. Fare gli aborti anche nei consultori e concentrare le IVG negli ospedali principali, garantendo il 50% di non obiettori mediante la mobilità, sono due semplici provvedimenti subito attuabili, mentre non offrire la RU486 per gli aborti medici e chirurgici è contro ogni evidenza scientifica. Per tutte queste ragioni, non basta rallegrarsi per la sentenza scontata della Consulta, come non serve prendersela con gli obiettori per assolvere se stessi e la politica.