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Ciclisti, attenti alle false sicurezze, morti in riduzione.

Commozione, sgomento e rabbia sono comprensibili, ma bisogna evitare atteggiamenti da tifoseria e non alimentare false sicurezze. La morte di Gianmatteo Gerlando su una pista ciclabile ricorda quella del piccolo Alessandro Sgrò sule strisce pedonali il 3 dicembre scorso. Dopo quella morte si cancellarono le strisce pedonali e oggi i pedoni continuano ad attraversare nello stesso punto di Corso Peschiera: è più sicuro oggi o era più sicuro prima? Nel ricordare, con rabbia e con rispetto, l’ultimo ciclista morto in un incidente, da laico, non posso limitarmi al generico coro di protesta, ma invitare a una vera riflessione.

Questa la presa di posizione del consigliere comunale Silvio Viale, che ha annunciato un’interrogazione per chiedere i dati sulla mortalità di pedoni e di ciclisti, probabilmente in riduzione anche a Torino, per “ragionare sui dati senza pregiudizi ideologici e strumentalizzazioni politiche”.

Silvio Viale, che firmò insieme a Marzano Marziano la delibera per le biciclette nei cortili, ha aggiunto:

Quasi tutti siamo un po’ pedoni, un po’ automobilisti, un po’ motociclisti e un po’ ciclisti. Pochi fano parte di una sola di queste categorie. Nel 2009 in Italia furono vittime di incidenti 667 pedoni e 295 ciclisti, con una riduzione del 66% per i pedoni e del 55% per i ciclisti rispetto al 1980, segno che sicurezza e sensibilità sono notevolmente migliorate. A Torino i morti tra i pedoni e i ciclisti sono di meno che a Roma o a Milano, con dati inferiori alla media nazionale. Ciò non significa che bisogni abbassare la guardia, che non si debba proseguire con i progetti avviati, ma che anche un sistema di piste ciclabili all’olandese non modificherebbe i dati di mortalità, senza maggiori comportamenti virtuosi e diffusi di rispetto delle regole. Del resto in Olanda i dati sui ciclisti, con 138 morti, di cui 6 ad Amsterdam, nel 2009, non sono diversi da quelli italiani e torinesi, mentre lo sono quelli sui pedoni, nettamente inferiori a quelli italiani con 68 morti nel 2009. Evidentemente essere un ciclista in Olanda è più pericoloso che essere un pedone. Pensare che la colpa sia del Comune, o delle categorie, e non dei comportamenti è un punto di partenza sbagliato, come è confermato dalle tante proteste di pedoni verso quei ciclisti che sfrecciano su marciapiedi e sulle vie pedonali zigzagando a tutta tra pedoni e portoni. Le piste ciclabili sono necessarie, ma non garantiscono di per sé la sicurezza e, come per le strisce pedonali, rischiano di creare false sicurezze. A piedi, in bicicletta, in moto o in auto, bisogna ricordarsi che la sicurezza comincia sempre da noi, e che l’indice di mortalità per ciclisti e motociclisti è maggiore di quella degli automobilisti (vedi grafico alleagto), mentre quella dei pedoni non è calcolabile.