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Carceri Piemonte, martedì Radicali batteranno le sbarre davanti a Consiglio regionale per amnistia e garante detenuti.

Boni e Manfredi: “Ricorderemo così Giuseppe Piccinini, morto nel carcere “Don Soria” di Alessandria, il 140° decesso da inizio 2012”

Nell’ambito della mobilitazione nazionale che i Radicali lanciano dal 19 al 22 novembre in tutta Italia per l’amnistia e per il diritto di voto ai detenuti, martedì 20 novembre, dalle 13:00 alle 14:00, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta terrà un presidio nonviolento davanti alla sede del Consiglio regionale del Piemonte (Torino, via Alfieri 15).

I militanti radicali batteranno le sbarre come faranno tutti i detenuti delle carceri (ogni sera dalle 20 alle 20.15, seguita da 45 minuti di silenzio), a sostegno dell’iniziativa radicale.

Dichiarazione di Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani)

Giuseppe Piccinini, 65 anni, è morto domenica 11 novembre nel carcere “Don Soria” di Alessandria, dov’era entrato solo due giorni prima. Salgono così a 140 i decessi nelle carceri italiane da inizio anno (di cui 53 per suicidio), mentre il bilancio del Dossier “Morire di carcere” – avviato 13 anni fa – oggi conta 2.072 persone morte in stato di detenzione (744 per suicidio). Una vera e propria “catastrofe umanitaria”.

L’amnistia è l’unica soluzione per cominciare ad affrontare questa catastrofe e rappresenta il primo passo per la rifoprma della giustizia penale e civile. La nomina del Garante da parte della Regione è un passo concreto per ridurre il danno prodotto da questa catastrofe. Dopo l’ennesima votazione senza numero legale leggiamo che nell’ordine del giorno del Consiglio regionale è ricomparsa la proposta di legge “Pedrale” per l’abolizione del garante.

Ci appelliamo ai 5000 detenuti e alle loro famiglie affinchè inviino mail, lettere e telegrammi al Presidente Cattaneo e a tutti i consiglieri regionali affinchè la prossima settimana venga nominato finalmente il Garante dei detenuti, a ormai 3 anni dall’entrata in vigore (si fa per dire) della legge istitutiva.

Il rumore delle sbarre che batteremo martedì sarà l’eco dell’invocazione di giustizia che esce dalle moderne catacombe italiane.