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Caso Monferino, presidente Cattaneo e difensore civico rispondono a Viale. Manca la risposta di Cota.

Il 12 febbraio Valerio Cattaneo (presidente Consiglio Regionale Piemonte) ha risposto così a Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani): “… non appare corretto parlare di “mancato assolvimento di obblighi di legge da parte dell’Assessore regionale alla Sanità e Assistenza Paolo Monferino”. In effetti, se è vero che l’Assessore Monferino non ha ritenuto di aderire alla pubblicazione della dichiarazione della situazione reddituale e patrimoniale ai sensi della L.R. n. 16/1983, altrettanto non si puo’ dire per la L. R. n. 17/2012. Per quest’ultima norma, infatti, l’Ufficio di Presidenza ha appena approvato le norme attuative che condurranno alla pubblicità dei dati della cosiddetta “Anagrafe degli Eletti” entro il 31 marzo 2013, come stabilito dalla legge stessa al comma 3 dell’articolo 11. Sarà cura di questa Presidenza dare corso a tutte le iniziative di competenza ai sensi di legge…”.

Il 13 febbraio l’ Avv. Antonio Caputo (Difensore Civico Regione) ha risposto a Silvio Viale con una lunga lettera, mettendo in grassetto questa frase: “In conclusione non pare controvertibile che il dovere di trasparenza riguardi anche i componenti degli Organi di governo regionale”.

Silvio Viale ha così commentato le due lettere:

Ognuno è libero di utilizzare i verbi che preferisce ma è del tutto evidente che Cattaneo ha preso atto che Monferino non ha rispettato il dispositivo della L. R. n. 16/1983 (unico fra tutti i consiglieri e assessori a non fornire i dati richiesti); rispetto alla L.R. n. 17/2012, Cattaneo ci comunica che c’è ancora tempo e che opererà per il rispetto della legge.

Il Difensore Civico accentra la sua attenzione su quest’ultima legge, ricordando che esiste a monte la legge nazionale 7 dicembre 2012, n. 213, ai sensi della quale una quota pari all’80 per cento dei trasferimenti erariali a favore delle Regioni, diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale e al trasporto pubblico locale, è erogata proprio a condizione che la Regione “abbia disciplinato le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo … (il grassetto è del Difensore Civico).

Lo ripeto: nella Lombardia tanto cara al presidente Cota gli assessori regionali nominati da Formigoni nemmeno quattro mesi fa hanno già fornito i dati su redditi e patrimonio agli uffici regionali, e tali dati da gennaio sono pubblici in Rete (non pubblici su un Bollettino cartaceo accessibile solo ai cittadini piemontesi, come finora è successo in Piemonte). Fra di essi c’è anche il Dott. Mario Melazzini (Assessore regionale alla Sanità, un tecnico prestato alla politica come Monferino) più altri 11 Assessori non consiglieri, come Monferino.

A proposito di Cota, è l’unico a non avermi risposto. Posso giustificarlo: è impegnato, in questi giorni di campagna elettorale, a raccontare ai piemontesi la favola de “Il cerchio magico dei barbari sognanti” e la favola de “Il prode Monferino uno e trino (CDA, Assistenza e Sanità) farà la rivoluzione della Sanità piemontese”. Non ha certo tempo per questi piccoli problemi di trasparenza e di legalità.