Tra ieri e oggi i radicali pugliesi hanno presentato – grazie al supporto tecnico/politico degli avvocati radicali torinesi Antonio Polito e Alberto Ventrini – ben 11 “azioni popolari” (ricorsi in Tribunale di cittadini elettori pugliesi) per fare dichiarare l’incompatibilità di 11 consiglieri regionali, divenuti parlamentari. Primo fra tutti Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia.
Silvio Viale (presidente Radicali Italiani), Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) e Nicola Vono (tesoriere Associazione radicale Adelaide Aglietta), presentatori dell’ “azione popolare” contro Roberto Cota:
Dieci giorni fa, presentando l’azione popolare contro Roberto Cota – a proposito, essendo devoti solo a San Tommaso, aspettiamo l’ufficializzazione delle sue annunciate dimissioni da deputato – avevamo dichiarato che, come da tradizione radicale e dell’Associazione Aglietta in particolare, non avremmo fatto sconti a nessuno e non ci saremmo limitati al Piemonte. Grazie al lavoro del nostro pool legale, siamo riusciti ad aprire il fronte pugliese, mettendo il presidente Vendola + 10 consiglieri (6 del PDL, 2 di Sel e 2 del PD) di fronte alle proprie responsabilità. Lo ripetiamo: la legge è chiarissima e risale al 1981, quando Cota andava ancora alle medie e Vendola all’Università. Sia Cota che Vendola conoscevano e conoscono benissimo le regole del gioco. Sia Cota che Vendola avrebbero dovuto dimettersi entro 10 giorni dalla loro proclamazione alla Camera, avvenuta il 5 marzo scorso (art. 6 L. 154/1981). Sia Cota che Vendola non l’hanno fatto.
Qualcuno che non sia radicale inizierà a chiedersi se la crisi in cui siamo immersi fino al collo non è la conseguenza diretta della crisi della legalità, della mancanza di rispetto della legge scritta, a partire da coloro che dovrebbero dare il classico buon esempio?