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Garante carceri: non male il dietrofront di Pedrale. Ora non si perda più tempo e si nomini il Garante prima della pausa estiva

Alla notizia che Luca Pedrale (capogruppo PDL in Consiglio Regionale), primo firmatario della PDL n.188 cosiddetta “ammazzagaranti”, ha ritirato la sua firma dal provvedimento (che è stato rinviato in I Commissione, che dovrà riesaminarlo entro il 16 luglio), Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato:

Niente male il dietrofront di Pedrale. Lo diciamo senza nessuna intenzione polemica. Da un anno e mezzo, ormai, cerchiamo in tutti i modi (dai comunicati, agli appelli, agli scioperi della fame, alle diffide presentate tramite l’Ass. Aglietta da cittadini detenuti) di rivolgerci al buon senso dei consiglieri regionali, cercando di spiegare loro come le 13 carceri piemontesi hanno bisogno di una persona che, giorno per giorno, si occupi di quanto avviene dietro le mura, promuovendo le cose positive (che, comunque, ci sono), riducendo il danno prodotto dal sovraffollamento e dal fatto incontestabile che il carcere è ormai una discarica sociale, dove si contengono quelli che non hanno alcuna protezione sociale, dai tossicodipendenti agli extracomunitari.

Nelle ultime settimane le nostre buone ragioni hanno spinto a scendere in campo a favore della nomina del garante (e, quindi, contro il PDL “Pedrale e altri”) sia Enrico Costa (coordinatore regionale PDL) sia la Camera Penale di Torino. Due prese di posizione pesanti che hanno sicuramente influito sul ripensamento di Pedrale, in sinergia con la ferma posizione delle forze di opposizione, PD in testa, compatte nella difesa dell’istituto del garante detenuti.

Ora non si perda più tempo; in un mese la I Commissione puo’ ricercare tutte le soluzioni che consentano risparmi ed economie di scala affinché, prima della pausa estiva, il Consiglio Regionale nomini finalmente il garante, come previsto dalla legge regionale n. 28 del lontano 2 dicembre 2009.

Sarebbe un ben segnale per tutta la comunità penitenziaria piemontese (non solo per gli oltre 5.000 detenuti ma anche per i quasi 3.000 agenti di polizia penitenziaria, educatori, medici, infermieri ….), in una stagione, quella estiva, che acuisce al massimo grado quella situazione di patente illegalità per cui l’Italia è stata condannata a più riprese dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Torino, 18 giugno 2013

Per approfondimenti:

Garante dei detenuti in Regione