Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Nel corso delle sue guerre di aggressione alla Croazia e alla Bosnia, il dittatore serbo Slobodan Milosevic si servì di unità speciali del Ministero degli Interni chiamate “berretti rossi”, che appoggiavano i secessionisti serbi nelle Krajne. Vent’anni dopo, in Ucraina, cambia solamente il colore ma la dinamica è la stessa: gli “omini verdi” di Putin fomentano le rivolte nell’est del Paese, dopo aver contribuito alla secessione della Crimea.
Vent’anni fa Milosevic perse ad un certo punto il controllo dei suoi sottoposti Ratko Mladic e Radovan Karadzic (ma anche del tristemente famoso “comandante Arkan”), che credettero di poter fare da soli, senza più il guinzaglio di Belgrado e furono abbandonati nel 1995 da Milosevic al loro destino, insieme ai serbi delle Krajne.
Ora, in Ucraina, lo stesso Putin rischia di perdere il controllo della situazione; sono spuntati dal nulla tanti “comandanti Arkan” che vogliono gestire autonomamente il piccolo potere che si sono conquistati con la violenza, senza dover rispondere più a Mosca.
Rispetto a vent’anni fa, tutto è più accelerato grazie soprattutto alla rivoluzione digitale dei mezzi di comunicazione e di informazione.
Torino, 5 maggio 2014