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Manfredi: sentenza Cassazione fa emergere pessime modifiche a legge droghe. Possibili nuovi ricorsi. Cambiare verso anche su politiche su droghe

CANNABIS/MANFREDI (RADICALI ITALIANI): GRAZIE A SENTENZA CASSAZIONE QUALCUNO SI ACCORGERA’ CHE MODIFICHE A LEGGE DROGHE SONO STATE SCRITTE CON I PIEDI. EVIDENTI PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA’.

Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):

Sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio è stato pubblicato il testo coordinato delle modifiche apportate dal Parlamento al Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90), a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha cassato la sedicente legge “Fini-Giovanardi.

Complice la frenesia dell’ultima settimana di campagna elettorale, pochissimi (es. ADUC) si sono accorti che le modifiche sono state scritte con i piedi; ancora una volta, dopo il colpo di mano di Giovanardi nel 2006, l’affrontare la materia con un decreto-legge ha arrecato solo danni che migliaia di cittadini pagheranno con gli interessi in futuro.

Mi riferisco in particolare al nuovo art. 73 del Testo Unico, un articolo fondamentale perché tratta delle sanzioni contro produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. I parlamentari avrebbero potuto cavarsela facilmente ripristinando il testo esistente prima della “Fini-Giovanardi”, che puniva con pene diverse a seconda che le sostanze stupefacenti fossero comprese nella Tabella I (droghe pesanti) o nella Tabella II (droghe leggere). Il Parlamento ha ripristinato le Tabelle – abolite dalla “Fini/Giovanardi”, che aveva fatto di ogni erba un fascio – ma non ha precisato chiaramente le pene per la produzione, traffico e detenzione illecita della cannabis e dei suoi derivati. Di più: il nuovo comma 5 dell’articolo 73, relativo ai reati di lieve entità, non fa differenza fra droghe pesanti e leggere, punendo tutti con la stessa pena (reclusione da sei mesi a quattro anni). Purtroppo della cosa se ne è accorto solo Giovanardi!

Così come è scritta, la nuova legge è passibile di nuovi ricorsi alla Corte Costituzionale. Per evitare il protrarsi dell’incertezza del diritto, è necessario che il Parlamento affronti seriamente la materia, con un dibattito serio e approfondito, magari dopo la convocazione di quella Conferenza nazionale sulle droghe che proprio la legge citata impone al governo di convocare ogni tre anni; l’ultima Conferenza nazionale fu fatta nel 2009, in piena era Fini/Giovanardi.

Anche sulle politiche sulle droghe è ora di cambiare verso.