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Bielorussia: “Portavoce regionale di Fratelli d’Italia si dimetta subito da console onorario della Bielorussia”. Lettera aperta a Fabrizio Comba dei radicali Boni, De Grazia e Degiorgis.

I Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis e il Presidente di Radicali Italiani Igor Boni hanno scritto la seguente lettera aperta a Fabrizio Comba, portavoce regionale di Fratelli d’Italia e console onorario della Bielorussia in Piemonte:

“Sono ormai 100 giorni che centinaia di migliaia di cittadini bielorussi protestano contro il regime dittatoriale e contro le elezioni farsa che hanno riconfermato Alexander Lukashenko alla guida del Paese. Dopo la recente uccisione dell’artista Roman Bondarenko da parte delle milizie governative, migliaia di persone sono scese di nuovo in piazza. Le forze dell’ordine hanno risposto senza pietà: torture, pestaggi in strada, oltre 1100 arresti in una sola giornata. Eppure, dal 16 agosto, ogni domenica, i cittadini bielorussi hanno la forza di scendere in strada, in modo assolutamente nonviolento e pacifico, per richiedere nuove elezioni ma soprattutto democrazia e libertà.
Il 17 settembre scorso il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che non riconosce Lukashenko come presidente della Bielorussia, poiché le elezioni tenutesi il 9 agosto 2020 hanno violato “tutti gli standard riconosciuti a livello internazionale”; la risoluzione intende sostenere la creazione del “Consiglio di coordinamento”, un organismo che chiede un cambiamento democratico a Minsk, tramite nuove elezioni; infine, la risoluzione riconosce Svetlana Tsikhanovskaya quale Presidente eletta e leader ad interim della Bielorussia fino allo svolgimento di nuove elezioni.
I parlamentari europei di Fratelli d’Italia hanno votato a favore della risoluzione, a differenza dei parlamentari della Lega.
Alla luce di tutto quanto esposto e che, peraltro, Lei conosce perfettamente, Le chiediamo di dimettersi dalla carica di console onorario della Bielorussia in Piemonte, che Lei ricopre ininterrottamente dall’aprile del 2016.
Non è più possibile sostenere, anche con il semplice silenzio e la semplice omissione, il regime dittatoriale di Lukashenko.”