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Ratzinger – Viale (radicali), la libertà religiosa non può essere un pretesto per rivendicare l’intolleranza religiosa. Basta ipocrisia sull’obiezione di coscienza.

Pronta replica del Presidente di Radicali Italiani a quanto pronunciato dal Papa durante l’udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che partendo dalla libertà religiosa ha parlato di sessualità, aborto e obiezione di coscienza.

Il ginecologo radicale ha replicato:

Papa Ratzinger dovrebbe evitare di fare confusione. La libertà religiosa non può essere il pretesto per rivendicare l’intolleranza religiosa sui temi sessuali ed educativi. Proprio perché come radicali siamo inattaccabili sul tema della libertà religiosa, che non abbiamo mai difeso a senso unico, possiamo permetterci di criticare la strumentale speculazione con cui Papa Ratzinger accosta le stragi di fedeli ai temi dell’educazione sessuale in Europa. Devo osservare che è la Chiesa che vuole imporre le proprie leggi e la propria coscienza a tutti, mentre noi siamo quelli che vogliamo garantire la libertà educativa alla Chiesa, ma anche la libertà per i suoi fedeli di potere riparare agli errori dell’educazione sessuale della Chiesa. Volere negare a tutti, ma alle donne in particolare, la libera scelta su aborto, contraccezione, matrimonio e comportamenti sessuali, contraddice la rivendicazione della libertà religiosa ed educativa della Chiesa. Così pure, soprattutto in Italia, all’ordine del giorno non vi è la libertà dell’obiezione di coscienza, ma il diritto ad ottenere le prestazioni ottimali senza essere limitate dall’obiezione di coscienza di chi per legge è il solo ad essere autorizzato ad effettuarle. Per essere credibile e dare valore alla obiezione di coscienza religiosa, la Chiesa dovrebbe dire basta all’ipocrisia che nell’obiezione di coscienza vede solo un modo per evitare un lavoro scomodo e discriminato. La Chiesa dovrebbe chiedersi perché in Italia i medici obiettori sono il 71% per l’aborto e così talmente pochi per la fecondazione in provetta da non figurare nemmeno nella relazione annuale del Ministro al Parlamento. Il primo pilastro della libertà religiosa e il riconoscimento della molteplicità religiosa e del pluralismo etico, che mal si accoppia con la rivendicazione del monopolio del proprio integralismo educativo.

Torino, 10 gennaio 2011.