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CITTADINANZA: RESTA IL TEMA. ORA RIPENSARE IL REFERENDUM

Sì, il risultato è netto e non ci sono dubbi: è stata una sconfitta. La scorsa estate, l’idea di raccogliere 500.000 firme in 20 giorni ci sembrava una follia; pensare poi di vincere il referendum, ancor di più.

Abbiamo messo al centro un tema e, così, abbiamo conosciuto nuovi attivisti e realtà con cui nasceranno tante nuove proposte.

Non è tanto una sconfitta per noi elettori e per il comitato promotore. Noi continueremo ad avere il nostro status di cittadini e i nostri privilegi. A rimetterci, ancora una volta, saranno quelle donne, uomini e bambini che lavorano, vivono, studiano e sono già italiani di fatto, ma che, per via di una legge che abbiamo messo in discussione, sono costretti a restare in un limbo giuridico e burocratico.

I referendum e le proposte di iniziativa popolare sono, per noi, strumenti necessari, da adattare alle esigenze dell’attualità.

È indubbio – concludono i coordinatori – che la piattaforma digitale di raccolta firme abbia consentito una riattivazione dei cittadini. Tuttavia, non è stato sufficiente, e questo deve farci riflettere non solo sull’opportunità di riformare questi strumenti di partecipazione, ma anche su come fare in modo che i cittadini vengano adeguatamente informati sui prossimi appuntamenti democratici, attraverso tutti i media possibili.

I coordinatori Enea Lombardozzi, Samuele Moccia e Giovanni Oteri.