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Piccoli comuni, Viale: campanilismo non è federalismo

“Più che popolo ho visto tanti sindaci intenti a difendere poltrone, potere e bilanci.”

Questa la dichiarazione di Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale di Torino nelle liste del PD, dopo avere letto le dichiarazioni di alcuni sindaci partecipanti alla manifestazione per difendere la propria poltrona.

Silvio Viale prende spunto dalla manifestazione di alcune decine di sindaci dei piccoli comuni piemontesi per replicare anche alle nervose note polemiche di Franca Biglio, presidente dell’Associazione Piccoli Comuni (ANPCI) e sindaco di Massaglia (284 abitanti, bilancio top secret online), che rinfaccia a Viale le pensioni di cinque ex-parlamentari radicali degli anni ’80.

Silvio Viale ha proseguito:
“Al di là della manovra economica e di singole specificità, abolendo i piccoli comuni non si cancella alcuna comunità, ma si razionalizza un sistema fatto di consorzi, servizi in comune, partecipazioni, proloco comunità montane e burocrazie varie. Una singola unità amministrativa, con più abitanti e territorialmente più ampia presenta indubbi vantaggi. Il campanilismo non è federalismo e la parcellizzazione condominiale della pubblica amministrazione produce dispersione ed inefficienza. Ridurre il numero dei comuni è il primo passo per creare aree amministrative omogenee e potere abolire anche le province. Dai sindaci mi sarei aspettato un atteggiamento propositivo, meno dettato dal puro conservatorismo. Del resto le comunità, i paesi, le valli sono realtà in continuo movimento e i sindaci dovrebbero essere i primi coglierne le nuove esigenze. Cosa pensano, ad esempio, delle province?
Al contrario, il livore polemico dei sindaci ribelli dei piccoli comuni finisce per essere controproducente e antistituzionale, soprattutto quando si polemizza con ricostruzioni storiche imprecise, e qualche falsità, verso gli avversari politici, senza nemmeno dichiarare la propria appartenenza politica. Le vicende parlamentari dei Radicali sono tra le più trasparenti della storia della Repubblica. Non capisco perché vengano tirate in ballo – o forse lo capisco – per indurre al silenzio un radicale. Non lo capisco perché al loro fianco c’è il fior fiore di quel che resta dei vecchi partiti, DC e PCI intesta, distribuito un po’ di qua e po’ di là. Che i sindaci dei piccoli comuni siano la retroguardia del vecchio, più che l’avanguardia del nuovo?”

Torino, 22 agosto 2011.